“Educazione Aperta”, una nuova rivista di pedagogia critica. Presentazione del numero zero

Siena il 09/11/2016 - Redazione
Si riparte da zero. O quasi, perché l’educazione da “democratica” si fa anche “aperta”. Apertura, per Aldo Capitini, è la disposizione a stabilire rapporti con altri e con altro, a non porre condizioni assolute, a non presentare esclusivamente il proprio io, a facilitare il più largo movimento, il più vario incontro, la dialettica tra diversi, l’aggiunta del nuovo, l’intersoggettività. Nella realtà oggi la scuola appare sempre più “stordita”, sembra rispecchiare il sistema della competizione e del produttivismo, eppure permane in alcuni l’esigenza di un’educazione attenta ai legami con le comunità, con i territori, con i movimenti civili, che sia cooperativa e sappia annunciare società meno violente e disumane. Con tale intento, sulle orme dell’esperienza di “Educazione Democratica, periodico di pedagogia politica uscito in dieci numeri dal 2011 al 2015, oggi fa la sua comparsa “Educazione Aperta, rivista di pedagogia critica.

La presentazione - Il lavoro editoriale verrà presentato in anteprima venerdì 11 novembre alle ore 18.00 alla libreria Mondadori di Siena alla presenza dei due direttori scientifici: Antonio Vigilante, insegnante di filosofia e scienze umane al liceo “Piccolomini”, studioso di Gandhi e della nonviolenza, e Paolo Vittoria, docente di filosofia dell’educazione all’università di Rio de Janeiro, autore con Vigilante del volume “Pedagogia della liberazione”, tradotto anche in Brasile. Sarà presente inoltre Lorenza Boninu, docente di italiano e latino in un Istituto di Piombino (dove è stata nominata Animatrice Digitale) ed autrice del blog Contaminazioni.

La rivista - Sin dalle prime pagine è manifesta la mission perseguita dalla rivista, che raccoglie l’eredità di Capitini sul senso della parola “apertura” in un mondo travolto dalla crisi economica, dal terrorismo e dalla paura che hanno indotto ad una chiusura in sé. Un continente globalizzato e ripiegato su un modello occidentale, barricato dietro steccati di filo spinato, una condizione che si riflette su un modello educativo improntato all’accumulo di crediti e su una scuola stordita. L’alternativa a questo stato di fatto passa dalla protesta contro ogni forma di esclusione, di marginalizzazione, per dirigersi verso le periferie, le zone oscure, con uno sguardo sempre rivolto a culture distanti dalla nostra. Nessuno escluso, per una incisiva lotta all’esclusione.

Dialogo, luogo dell’utopia? - Paolo Vittoria presenterà anche il volume da lui curato “Dialogo, luogo dell’utopia?”, una riflessione plurale, a carattere internazionale, sulle possibilità attuali di “un’educazione basata sul legame con le comunità, con i territori, con i movimenti civili, che sappia essere cooperativa, comunitaria e soprattutto, senza ingenuità, ma con coscienza critica, sappia annunciare una realtà meno violenta e disumana, adoperandosi per costruire possibilità di speranza e di liberazione mediante processi comunitari”. Si tratta di uno dei due volumi che escono in contemporanea con la rivista. L’altro è “La donna-che-genera: percorsi di riflessione e ricerca sul nascere”, curato da Gabriella Falcicchio, ricercatrice dell’Università di Bari, anch’essa studiosa della pedagogia nonviolenta. Questo progetto culturale, che ha coinvolto un gruppo di professionisti in un lavoro editoriale a più voci, sarà presentato per la prima volta a Siena.
 
Torna Indietro

NEWS

Libri

x

Continuando la navigazione o chiudendo questa finestra, accetti l'utilizzo dei cookies.

Questo sito o gli strumenti terzi qui utilizzati utilizzano cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione, acconsenti all’uso dei cookie.

Accetto Cookie Policy
X
x