“Eduardo De Filippo è stato un esempio di moralità e dedizione”. Parla l’attore Toni Servillo

il 03/02/2014 - Redazione

Toni Servillo e il grande cinema, Toni Servillo ed Eduardo De Filippo. È questa la doppia vita di un grande attore che ha portato a teatro uno dei tanti capolavori immortali del maestro del teatro del ‘900: Le voci di dentro. Uno dei molti esempi di come questo attore poliedrico e camaleontico riesca a eccellere sia sul grande schermo che in teatro, dove è cresciuto e si è formato nel corso della sua carriera. Oltre alla tournée teatrale però il pensiero non può non andare a quella cerimonia degli Oscar che si terrà il primo marzo e che vede La Grande Bellezza come uno dei favoriti per la statuetta.

Signor Servillo lei arriva a Siena con una delle commedie più amare di De Filippo. Uno spaccato sulla meschinità e l’incomunicabilità che attanagliano la condizione umana, quale pensa sia il messaggio che De Filippo ci ha voluto lasciare con questa grande opera?
«Le voci di dentro è la commedia dove Eduardo, pur mantenendo un’atmosfera sospesa fra realtà e illusione, rimesta con più decisione e approfondimento nella cattiva coscienza dei suoi personaggi, e quindi dello stesso pubblico. In questo la voce di Eduardo è più che mai attuale».
Cosa si prova ad affrontare le opere di un autore del calibro di De Filippo?
«Mi sento profondamente legato ad Eduardo in quanto era un drammaturgo-attore che ha creato grandi copioni pronti per la recitazione. Non è stato solo il più grande attore italiano del suo tempo ma anche uno straordinario esempio di moralità e dedizione, è questo è ancor oggi molto importante per il nostro paese».
Impossibile non parlare del trionfo della notte dei Golden Globe per La Grande Bellezza, ci può raccontare come ha accolto la notizia?
«Non ero ad Hollywood quella sera, ero in tournée, fra Napoli e Parigi. Ho appreso con gioia la notizia il mattino seguente»
La cerimonia degli Oscar dista un mese, come vive l’attesa verso un appuntamento così importante?
«È per me una novità, una sorpresa e soprattutto un modo di ridurre la distanza con i sogni».
La sua è una formazione teatrale ma soprattutto la sua collaborazione con Sorrentino, ormai più che duratura, ci ha regalato alcune tra le più importanti pellicole d’autore del cinema italiano. Teatro e cinema quindi hanno una grande importanza nella sua carriera, quali difficoltà ci sono nel passare da una realtà all’altra?
«Nessuna difficoltà in particolare. In teatro, da oltre venticinque anni con la mia compagnia Teatri Uniti, mi confronto con drammaturgie classiche e contemporanee, andando in scena per diversi mesi all’anno in Italia e nel mondo. Recitare al cinema è un’attività parallela che svolgo proficuamente e con piacere, spesso d’estate, scegliendo con cura sia le sceneggiature che gli autori che me le propongono. Come è avvenuto con Paolo Sorrentino, che ho conosciuto quando lavorava come assistente su un nostro film a Napoli. e di cui ho avuto presto modo di apprezzare l’enorme talento di sceneggiatore e di regista interpretando il suo film d’esordio L’uomo in più».
Quali sono i prossimi impegni nella sua agenda?
«La tournée de Le voci di dentro assorbirà le mie energie fino al prossimo giugno, saremo ancora in giro in gran parte d’Italia e in alcune città europee, dopo i successi dei mesi scorsi a San Pietroburgo e Parigi, prossimamente saremo anche a Londra e a Madrid».

Francesco Anichini

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