"Dobbiamo raccontare Siena in un modo nuovo e stimolante". Intervista a Pierluigi Sacco

il 25/11/2013 - Redazione

La corsa a Siena Capitale Europea della cultura nel 2019 entra nel vivo e sono state presentate oggi le prime linee del lavoro nella seconda fase di selezione per il titolo. Intanto il tessuto editoriale della provincia senese, perlopiù caratterizzato da piccoli editori, s’interroga su vantaggi, opportunità ma anche possibili contributi da fornire per la vittoria finale. Abbiamo approfondito questi aspetti con il direttore della candidatura Pierluigi Sacco che si è detto innanzi tutto entusiasta ad un possibile confronto con gli editori.

Nel progetto esiste un "capitolo" dedicato all'editoria senese e toscana?
“Il progetto di candidatura non è organizzato per ‘capitoli’ legati ai vari settori della produzione culturale, ma piuttosto a tematiche trasversali nelle quali ogni categoria di operatori culturali trova una sua collocazione naturale. Il tema dell’editoria ricorre naturalmente in molti aspetti del progetto di candidatura, e la priorità, soprattutto per un progetto che si proietta verso il 2019 e oltre, sta soprattutto nel capire come questo mondo si trasformerà e come sia possibile rafforzare la natura imprenditoriale dei progetti esistenti nonché come suscitarne di nuova tra le più giovani generazioni, in uno scenario in cui la committenza pubblica perde fortemente peso rispetto al passato. Bisogna tra l’altro sottolineare che Siena partecipa oggi al progetto Smart Culture nell’ambito del VII Programma Quadro Europeo, e il progetto mira proprio a mettere in dialogo il settore della produzione culturale senese con quello di altri 7 territori europei per individuare insieme nuovi modelli e nuove soluzioni per le sfide competitive che tutta l’Europa si trova oggi ad affrontare in questo campo. Anche da questo progetto ci aspettiamo quindi un impulso importante per il futuro dell’editoria senese”.
Cosa deve o può fare il mondo editoriale senese per favorire la candidatura?
“Essere aperto a possibili forme di coinvolgimento che, piuttosto che riflettere esperienze e pratiche già esistenti, spingano verso l’innovazione e l’esplorazione di possibilità nuove. Dare attenzione ai nuovi temi dell’editoria elettronica e del rapporto con i nativi digitali che rappresentano una quota crescente e nel prossimo futuro dominante del pubblico dei lettori. Ragionare in un’ottica di cooperazione territoriale anche tra operatori dello stesso settore per raggiungere obiettivi di comune interesse perché in un momento difficile come quello attuale possiamo farcela soltanto se lavoriamo insieme”.
Quali sono i vantaggi che potrebbe trarre la piccola editoria senese dalla vittoria finale?
“Sicuramente nuove opportunità di raggiungere un pubblico di lettori europei interessati a Siena, alla sua cultura e al suo territorio. Il titolo porta sempre ad un’enorme attenzione verso la città vincitrice, e questa attenzione si traduce non soltanto nell’aumento delle presenze turistiche, ma anche in una curiosità mirata verso il territorio, le sue peculiarità, le sue tradizioni, le sue storie. Siena è già molto famosa nel mondo, e quindi starà a noi cercare di raccontarla in un modo nuovo e stimolante, che non rispecchi gli stereotipi ma al contrario promuova possibilità e punti di vista insoliti senza per questo perdere in autenticità e in connessione con l’anima profonda della città”.
Possibile una sorta di salone del libro europeo a Siena nel 2019?
“I saloni del libro soffrono anch’essi delle difficoltà connesse all’attuale crisi economica, senza esclusione per i più importanti e blasonati. Una iniziativa estemporanea in tal senso per il 2019 sarebbe difficilmente ripetibile negli anni successivi e difficilmente potrebbe competere con le altre iniziative già affermate in Italia e ancora di più in Europa. Sarà forse più utile lavorare su formule nuove, che piuttosto che andare a fare concorrenza a realtà più consolidate ci permettano di costruire una nicchia nostra da far crescere e valorizzare nel tempo”.

Cristian Lamorte

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