“Deve esserci apertura al confronto con altre culture”. Intervista al giornalista Marco Politi

il 14/12/2009 - Redazione

Leggere è Volare ha regalato a Siena l’incontro con una delle firme più autorevoli dell’informazione religiosa. Marco Politi, editorialista e saggista, per lunghi anni corrispondente vaticano di Repubblica e ora commentatore del Fatto Quotidiano,ha presentato nella tendostruttura di piazza Jacopo della Quercia, il suo ultimo libro edito da Mondadori con il titolo La Chiesa del no. Con Sienalibri, l’autore ha parlato dei rapporti tra Stato e Chiesa nel nostro paese, che Emma Bonino nella prefazione del suo testo, ha definito “la situazione sbilanciata”.
Qual è oggi il rapporto tra Chiesa e società?
Da una parte ci sono milioni di credenti sereni, molto attivi in tante associazioni e gruppi presenti nelle realtà locali, aperti al confronto. Dall’altra parte, c’è una gerarchia ecclesiastica molto impaurita dalla nuova soggettività che si è affermata tra i credenti. Mi riferisco al fatto che la coscienza è diventata il nuovo punto di riferimento dei credenti. Così assistiamo a un gap. Mentre la gerarchia si oppone al divorzio breve, all’aborto, alle coppie di fatto, al diritto di autodeterminazione nel testamento biologico, la maggior parte degli italiani e dei cattolici invece divorzia, interrompe le gravidanze, è a favore dell’autodeterminazione. La maggioranza degli italiani e dei cattolici erano dalla parte del papà di Eluana Englaro.
La rigidità strutturale della gerarchia ecclesiastica non è, secondo lei, una delle strade per contrastare l’avanzare degli estremismi religiosi cui assistiamo sempre più spesso?
Sono un osservatore, non un giudice. Noto l’esistenza di differenze. È vero che alcuni fedeli amano gli interventi molto rigidi, ma è una minoranza. Il mondo cattolico non è monolitico, ha tante tendenze.
Qual è il rapporto tra Chiesa e Islam?
Il cattolicesimo nelle sue tante espressioni e associazioni è stato il primo a capire che bisogna occuparsi seriamente dei problemi degli immigrati. Tanta assistenza viene proprio dal mondo cattolico. Dall’altra parte, nelle istituzioni della Chiesa e nella realtà popolare si avverte anche paura dell’immigrazione, quando cambiano per esempio le caratteristiche di certi paesi e quartieri. I Vescovi italiani mettono in guardia dai matrimoni misti e sono molto prudenti rispetto alla costruzione di moschee. Però a proposito non dobbiamo dimenticare che ci sono molti italiani musulmani. E un cittadino italiano, che voglia edificare la propria casa di culto, ne ha pienamente diritto.
Come vede il rapporto tra cultura e Chiesa?
Oggi ci sono tanti scienziati cattolici, che svolgono il loro lavoro al fianco dei non credenti, senza sentirsi minimamente in imbarazzo. Ci sono giornali, università e scuole cattoliche, il cattolicesimo è dentro la realtà italiana. Naturalmente, parlando di cultura in senso lato, non possiamo non pensare alle parole di Papa Benedetto XVI sulla dittatura del relativismo. Ma su questo punto bisogna capire se si tratta di una posizione “plebea”, quella di chi dice “la penso così e non mi interessa altro” cioè il pluralismo da bar, oppure se intendiamo una pluralità di posizioni, che non accettano più un’impostazione dogmatica. Con quest’ultima posizione, bisogna fare i conti.
Riccardo Nencini in Morirò in piedi, riporta la dichiarazione di Oriana Fallaci, secondo la quale “l’Occidente è malato … oppone valori vacui di fronte all’integralismo islamico. L’Europa è rammollita”. Secondo lei l’Occidente si è rammollito?
Oriana Fallaci è stata una grande giornalisti, ma negli ultimi anni della sua vita è stata anche una grande maestra di odio. L’idea di un occidente rammollito è nefasta e sbagliata. D’altra parte l’Islam è una realtà molto composita, i terroristi sono una minoranza nella società islamica, la maggioranza dei musulmani non è nè terrorista nè fondamentalista. Certo, fanno impressione vedere i piccoli gruppi molto aggressivi, ma la società moderna aperta esercita anche una forte capacità di attrazione e di assorbimento sulle giovani generazioni musulmane.
Qual è secondo lei, la strada per la pacifica convivenza?
La strada ci viene dalla saggezza dell’impero romano: legge e cittadinanza. Da un lato l’assoluta difesa della legalità e dei principi costituzionali, cioè chi viene nel nostro Paese deve accettare le nostre leggi e i nostri principi costituzionali. Al tempo stesso, da parte nostra deve esserci una grande apertura al confronto con le altre culture.

Elisa Manieri

SOTTO TORCHIO
LIBRO E AUTORE PREFERITO
“Odissea”, quale Omero ne è l’autore?
L’ULTIMO LIBRO LETTO
“Una ricerca sul santuario di Diana Nemorense ad Ariccia” di C Green.
IL LIBRO DA CONSIGLIARE AI LETTORI
“Cent’anni di solitudine” di Gabriel García Márquez
LEGGERE E’…
Esplorare

Torna Indietro

NEWS

Libri

x

Continuando la navigazione o chiudendo questa finestra, accetti l'utilizzo dei cookies.

Questo sito o gli strumenti terzi qui utilizzati utilizzano cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione, acconsenti all’uso dei cookie.

Accetto Cookie Policy
X
x