Non è retorica: ormai la lettura è considerata noiosa dai giovani che si dedicano sempre più allo “scrolling” di social network e ai videogiochi, con buona pace del mondo di carta dei libri. Ma è davvero solo colpa loro o varrebbe la pena porsi il problema del fatto che il mondo sta cambiando e quindi anche la scrittura, la narrativa e la letteratura dovrebbero e potrebbero osare un po’ di più in termini di creatività e originalità? E dunque perché non rendere la lettura e lo studio appassionanti attraverso, ad esempio, l’interattività?

In “Introduzione alla narrativa interattiva: dalla letteratura ergodica al narrative design” (78Edizioni), l’autrice Serena Bedini spiega che cosa sia l’ergodicità e in che senso essa permei moltissimi testi narrativi, a partire dall’antichissimo I-Ching per arrivare ai divertissement tutti novecenteschi dell’Oulipo che vedono autori del calibro di Queneau, Perec confrontarsi con la letteratura combinatoria, ampiamente studiata e sperimentata da Calvino.

Ma non sono i soli: la narrativa interattiva che permette al lettore di intervenire e decidere le sorti dei personaggi attraverso le proprie scelte, è reperibile anche negli schemi alla base dei videogiochi (narrative design), così come nel Metaverso e indubbiamente anche l’Intelligenza artificiale non viene meno a determinate istanze assolutamente “ergodiche”. Scrive in effetti l’autrice: “Una parola che va molto di moda nel nostro mondo attuale è interattivo: tutti noi siamo alla ricerca di ambienti, autentici o virtuali, in cui “interagire” sia per quanto ci riguarda in prima persona, sia per i nostri figli. E dunque anche la narrativa è diventata interattiva, molto più di quanto non lo sia sempre stata”.