Dall’Afghanistan allo Zimbabwe, tutti i paesi dell’“Italian invasion” nel saggio di Kelly e Laycock

Firenze il 04/09/2017 - Redazione
Sfogliando un atlante o guardando un mappamondo, è molto difficile trovare paesi che non siano stati “conquistati” dagli italiani: l’espansione dell’Impero Romano, i viaggi di Marco Polo e Cristoforo Colombo e tutte le successive operazioni militari, politiche e commerciali hanno esteso l’influenza del Belpaese praticamente all’intero globo. È questa la tesi di Christopher Kelly e Stuart Laycock, autori del saggio “Italy Invades” uscito nel 2015 sul mercato USA. Dopo il successo di pubblico in terra americana, il testo non poteva che sbarcare nel nostro paese: l’edizione italiana (pp. 288, euro 20), tradotta da Chiara Moscardin, conserva il titolo originale ed esce oggi per i tipi dell’editore Mauro Pagliai.

Il volume - Dalla A di Afghanistan alla Z di Zimbabwe, sono ben 195 i paesi presi in esame dai due storici – statunitense il primo, britannico il secondo – per formare una raccolta assai variegata nello spazio e nel tempo di avventure, imprese coloniali, relazioni diplomatiche e guerre che hanno coinvolto gli italiani o i loro antenati. “Abbiamo usato il termine invasione”, spiegano gli autori, “prima di tutto per indicare qualsiasi azione su terra, in mare o dal cielo ai danni di una nazione al di fuori dei confini italiani, e abbiamo classificato la geografia mondiale in base agli stati nazionali odierni, dal momento che sono questi i confini generalmente più rilevanti per i lettori dei nostri giorni”. L’“Italian invasion”, però, non è soltanto quella delle armi, ma ha necessariamente un significato più ampio che abbraccia le arti, le lettere, l’architettura, l’ingegneria, la scienza: in estrema sintesi, tutto ciò che si può comprendere nella parola “civiltà”. Nel testo, integrato da immagini a colori e arricchito da una prefazione del Gen. Isp. Basilio Di Martino (Segretariato generale della Difesa), emerge il profilo di un popolo da sempre aperto e intraprendente, capace di lasciare traccia di sé in luoghi distanti e diversi tra loro come il Madagascar, la Mongolia o l’Uruguay, e si succedono storie curiose e affascinanti di condottieri e imperatori, esploratori e missionari, navigatori e piloti dell’aviazione, uomini spinti dalla ricerca di fortuna, gloria, ricchezza, e a volte solo dal senso del dovere o dalla semplice curiosità.
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