Passeggiando tra gli stand, curiosando tra le copertine, sfogliando qualche pagina qua e là si ha anche l’opportunità di incontrare coloro che sono i veri fautori di questa magica e interessante realtà dove perdersi: gli editori. Con loro abbiamo scambiato quattro chiacchiere immersi nel mondo delle parole per comprendere il presente e il futuro dell’editoria senese tra difficoltà e prospettive economiche, tra progetti e ambizioni, tra realtà e sogni.
Una vetrina ed uno spazio commerciale, il salone degli editori senesi, in cui la piccola e media editoria del territorio decide di fare sistema nella distribuzione sotto il marchio di sienalibri.it.
Edizioni Cantagalli – “Il secondo Salone degli editori senesi previsto nell’ambito della manifestazione “Leggere è Volare” è un occasione importante – sottolinea David Cantagalli - per far conoscere l’attività degli editori senesi sia a livello locale che nazionale; un’attività a volte sconosciuta e considerata di secondaria importanza ma che è fondamentale per fissare la memoria storico-culturale di un territorio che rappresenta un patrimonio dal valore inestimabile a livello mondiale. Il merito di tale iniziativa va attribuito al portale Sienalibri fondato e gestito da un gruppo di giovani animati da una passione e da un amore per la nostra città che rappresenta una testimonianza e un esempio per tutti”.
Betti Editrice – “Partecipare alla seconda edizione del Salone dei degli editori senesi è per noi un’ottima vetrina per esporre e presentare le nostre pubblicazioni – aggiunge Luca Betti -. Un appuntamento che ci offre l’opportunità di farci conoscere al pubblico di lettori, grandi e piccini, anche grazie alle presentazioni in programma dedicate alle nostre novità editoriali. Si tratta, insomma, di un buon contenitore per promuovere l’editoria del territorio oltre ad essere un piacevole invito alla lettura”.
Thesan & Turan – “Anche quest’anno Sienalibri ci ha ospitato per la seconda esperienza a questa manifestazione molto affascinante – spiega Antonio Maprosti -. Il nostro lavoro è stato incentrato sui giovani, in tutti i sensi, con la nascita di una nuova collana dedicata ai ragazzi, con favole, racconti e illustrazioni. Il lavoro più importante che abbiamo realizzato sul nostro territorio è stato il primo dizionario degli Artisti Poliziani, a cura di Mario Morganti, realizzato con la collaborazione degli amici del museo civico di Montepulciano. Cosa possiamo dire dell’editoria Senese, che si trova in un magico luogo dove poter concentrare idee, sogni, fantasie e storie. Quindi anche se il mondo intero è in crisi, compreso quello specifico dell’editoria, a noi piace urlare forza e coraggio; e da piccola e astuta casa editrice cerchiamo strategie per sconfiggere questo momento. Possiamo perdere tutto, ma non i nostri sogni, e quale oggetto arcano ci può aiutare a fare questo se non il libro con le sue piccole lettere che ci regala sorrisi e lacrime”.
Pascal Editrice – “Qualcosa è cambiato – sottolinea Fausto Tanzarella -. Leggendo la brochure preparata da Sienalibri per questo salone, che segnala la presentazione di molte opere di narrativa o di poesia di autori locali, è possibile riflettere sulla significativa evoluzione che l’editoria senese ha vissuto negli ultimi anni. Fino a qualche anno fa, la pubblicistica locale era assolutamente dominata da un’incessante produzione storiografica, prevalentemente concentrata sulla Festa e altri temi comunque legati alle tradizioni della città. Anche oggi tali pubblicazioni abbondano, ed è giusto che sia così, ma ormai l’editoria senese non è più soltanto “Palio e Contrade”. Oggi molti editori senesi danno spazio alla creatività di autori e autrici senesi, giovani e meno giovani, esordienti o collaudati che si raccontano e raccontano la loro città, il suo tempo i suoi luoghi o che ne cantano la quotidiana magia, come anche le durezze. Ne ricaviamo una Siena meno ingessata o autoreferenziale, più viva, immediata e diretta. Come Pascal siamo orgogliosi di aver dato il nostro non secondario contributo in questo senso, aprendo le nostre porte a tanti meritevoli autori senesi e toscani e ringraziamo questo Salone che offre una rara occasione di visibilità”.
Edizioni Effigi – “In questi tempi solidi di accorpamenti camuffati e crociate per fette di distribuzione – spiega Mario Papalini -, ecco spuntare fuori stagione, piccoli fiori inattesi. Fiori insperati, come certi minuscoli gigli fulvi che orlano i cigli della Val d’Orcia e cingono il corpo di abbandonate cappelle votive. Salone degli editori senesi? E chi sono costoro? E quali folli contemporanei l’hanno pensato e, soprattutto, hanno cercato di mettere insieme soggetti che a fatica stanno in piedi o galleggiano nel mondo provinciale delle doppie attività. Già, la casa editrice è cosa da grande città, Milano, Torino, Napoli, Bari, Palermo. E, mentre le grandi si fondono e l’editore si riconosce sempre meno nascosto com’è dietro a noti marchi orecchiabili (Quali sarà il padrone dell’illustre struzzo?), nelle province incontrollate proliferano sigle a sbandierare identità di terra e cultura, di radici e provenienze. Di certo, la tecnologia facilita la produzione editoriale, come il congelamento dei costi industriali, a cui si aggiungono le promozioni tipo fai da te con tanto di classifiche per portatori sani di quella malattia che a volte è lo scrivere, quanto non è professione o prassi terapeutica, o semplice espressione del proprio sentire. Come la pittura insomma.
Una visita al Vittoriale dannunziano può essere d’aiuto. Si sentono aleggiare nelle stanze adorne di volumi concetti perduti di produzione libraria, di scuola del libro. Si partiva sempre da auree misure, compassi e righelli, proporzioni che da sole regolavano le qualità intrinseche del prodotto finito, le relazioni sottili tra costola e copertina titoli e illustrazioni. Il frontespizio doveva stare lì e il capolettera, rispondere a determinati criteri derivati dagli incunaboli trecenteschi. Poi arrivò il libro futurista e via, tutti a far come gli pare. E poi arrivò la tipografia offset invasiva e persistente e poi, in fono in fondo, arrivarono i piccoli editori. Un drappello di indigeni o milanesi in trasferta – prosegue Mario Papalini -, che volevano già dai primi vagiti cambiare il sistema e imporne un altro subalterno, di gadget a mille lire, di fiumi di libelli e recuperi, come se fosse tramontata l’era del volume di prestigio che, infatti, si stava trasferendo nelle redazioni dei quotidiani, in attesa di esser venduto come si faceva prima con le dispense per poi rilegarle: un bel percorso di pazienza antica direi. Il panorama è fosco, una tempesta sempre in arrivo, provvedimenti istituzionali iniqui e limitanti, ragazzi che non leggono più come prima. Il mercato è in crisi endemica e l’e-book la sua salvezza! Slogan postmoderni, metafore che confondono la realtà, senza aiutarla a comprendersi. Ma, insomma, Siena non è l’ultima delle città d’Italia, anzi, nel suo genere è forse la prima: provincia profonda e colta attaccata alla sua terra, scrigno inestimabile, ma, i suoi libri più importanti vengono prodotti a Milano e l’editoria locale: persa nei flutti delle dinamiche d’oggi, di cui Anno zero e Porta a porta sono specchi fedeli.
Siena felix comunque, apolide suo malgrado, dove il vivere è dolce e protetto da una grande madre vecchia di secoli, fino al mare, dove son nati scrittori, pittori e scultori e dove gli artisti si ritirano a respirare un’atmosfera ispirata che in altri luoghi è soltanto merchandising turistico.
In questo momento in cui tutto s’invera e si nega e non esistono processi evolutivi certi, occorre far da sé.
E il salone e gli editori che lo compongono, l’hanno certo capito. Si tratta di abituarsi alle ripartenze (vedi la voce contropiede), ai numeri modesti, alla inappetente rete locale, al marketing da sagra o di nicchia, alla cura del cliente affezionato e delle scuole con alunni e insegnanti (in memoria dei rappresentanti storici dello scolastico), in fondo, all’amore natio e ai fenomeni che questo sentimento riesce ancora a produrre. Noi ci siamo. Per ora”.
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