Corto Maltese ha permesso a intere generazioni di viaggiare attraverso oceani, isole e misteri, affermandosi nel tempo non solo come uno dei migliori esempi di fumetto, ma anche come un vero e proprio mito letterario. Dietro le pieghe del fumetto però ci sono sempre altre storie ed è questo il caso di Marco Steiner, storico collaboratore di Hugo Pratt che ha da poco dato alle stampe “Il corvo di Pietra”, romanzo in cui un Corto quindicenne comincia a gettare le basi per quello che sarà il suo futuro.
Passato, presente e futuro si mescolano come nel caso dell’autore, che ha vissuto molte vite al fianco di Pratt e del suo personaggio: “Per quello che riguarda il mio rapporto con Pratt mi potrei definire un ragazzo di bottega – afferma Steiner – , una bottega in cui lavorava un artigiano, come amava invece definirsi lui, o anche fumettaro. Pratt aveva casa a Ginevra ma più che casa sarebbe giusto chiamarla biblioteca visto che al suo interno c’erano almeno 17mila libri. Al tempo conoscevo davvero poco del mondo del fumetto ma questo gli piaceva perché potevo offrirgli uno sguardo sul suo lavoro completamente imparziale. Quando aveva le sue intuizioni mi mandava a recuperare quel libro in cui era descritto con precisione quel dato copricapo indiano o quel fucile del ‘600. Io però mi perdevo tra i suoi libri e quando riemergevo gli portavo anche notizie di esploratori e di viaggi che avevo trovato su altri volumi, dettagli che lo affascinavano e su cui poi costruiva le sue storie”.
Nel 1995 la morte di Pratt e l’impressione che le strade di Steiner e di Corto si siano separate per sempre. Non fu così: “Continuavo la mia vita e gli altri lavori su cui ero impegnato, quando la casa editrice di Corto decise di fare delle nuove edizioni cambiando le introduzioni. Mi chiesero di viaggiare nei luoghi descritti da Pratt sulle orme di Corto, assieme a un fotografo, per restituire suggestioni ed emozioni attraverso dei reportage storico-giornalistico. Più che un lavoro un vero e proprio sogno, un viaggio che mi ha regalato delle chicche incredibili”.
Si arriva quindi al presente di Steiner, al “Corvo di pietra” che è anche il romanzo di formazione di Corto Maltese: “Nel 2011 mi sono trovato in Sicilia per una mostra di Pratt, l’assessore alla cultura locale mi chiese una storiella su Corto che lo legasse alla città in cui mi trovavo. Incredibile a dirsi ma la nonna della persona che metteva a disposizione i locali per la mostra di cognome faceva proprio Maltese e aveva commerciato in ceramiche Wedgewood dall’Inghilterra. Un giorno quindi mi siedo e comincio a scrivere di questo trasporto di ceramiche che parte proprio da lì per andare in Sicilia, a bordo tra i marinai c’è il giovanissimo Corto. Da qui si dipana un’avventura che passa anche da Venezia, tra tesori ed esoterismo”.
Il futuro invece sembra nelle mani anche degli appassionati di Corto, sempre più fedeli a un personaggio che non smette mai di stupire: “Ho scritto questo libro con massimo rispetto del personaggio – commenta Steiner – ho cercato di tratteggiare attraverso i personaggi alcune delle sfaccettature del carattere di Corto, un ragazzino deve crescere anche attraverso gli incontri e attraverso ciò che impara strada facendo. Quello che apprezzo davvero molto è che viene considerato il suo romanzo di formazione, gli appassionati ci si ritrovano e hanno sposato questa racconto. In tanti mi hanno detto che non solo hanno trovato nel mio libro una narrazione in linea con quelle prattiane, ma che tra le righe ci sono tante altre storie su cui si può ragionare. Non volevo infatti spiegare troppo, ognuno dovrebbe interpretare i diversi livelli di lettura come vuole, che è poi quello che ha sempre fatto anche Pratt. Alla fine Corto Maltese è un grandissimo apritore di porte, è quello che riesce a fare meglio: le socchiude permettendo al lettore di guardare dentro e scoprire nuovi e incredibili mondi”.
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