Discoteche e sale da ballo, radio libere e Case del Popolo. Note e canzoni di qualche decennio fa sono al centro del nuovo libro di Alessandro Sarti “Che musica, maestro!” (Sarnus), in uscita l’1 novembre. Il volume raccoglie le testimonianze di Francesco Guccini, Franco Simone e di tanti personaggi che hanno fatto la storia della musica italiana, e si conclude con un’intervista ad Alessandro Benvenuti. La prima presentazione ufficiale è in programma giovedì 12 novembre alle 21.00 al Cinema Accademia di Pontassieve (via Montanelli 33).
L’autore - Alessandro Sarti è nato e vive a Pontassieve, dove è stato a lungo assessore alla Cultura. Ha preso parte a numerose missioni umanitarie per la popolazione Saharawi nel periodo 2006-2008 e nel 2013 ha partecipato al Congresso Mondiale Panafricano nel Benin. «L’idea di questo libro nasce come tutte le cose, dal perché certi luoghi non ci sono più», ha raccontato l’autore a margine della presentazione del libro, avvenuta al caffè Giubbe rosse di Firenze. «Alessandro Benvenuti nella sua ultima intervista ha parlato della musica dei suoi tempi e il brano Che musica, maestro ricorda la melodia di quegli anni fatta da locali ed artisti che hanno vissuto e si sono espressi nella zona di Pontassieve e dintorni. Soprattutto ho voluto inserire tanti personaggi di quel periodo, cercando di mantenere attraverso le loro parole, quella realtà specifica. Proprio Alessandro Benvenuti racconta di quando Pontassieve e la Val di Sieve erano una miniera di divertimento, constatando che tutte le discoteche di quella zona della Toscana, ahimè, oggi, ad eccezione dello Chalet Albereta che ha riaperto da poco, sono chiuse e hanno terminato il loro ciclo di aggregazione, di socializzazione, dello stare insieme anche ad un’ora normale: iniziare alle 21 e terminare a mezzanotte. Un periodo in cui non mancava niente di quello che c’è anche oggi, seppur in orari differenti: non mancava l’apericena, non mancava lo stare insieme alle ragazze, non mancava il divertimento che pure terminava ad orari normali, che oggi sarebbero definiti anomali perché troppo presto”.
Il libro - Nella sua nuova fatica Sarti ricostruisce, a partire da una piccola realtà di provincia, quarant’anni della storia toscana in cui la musica è stata un eccezionale elemento di coesione, capace di veicolare valori importanti e di stimolare in ogni modo creatività, innovazione e intraprendenza. La Pontassieve della fine degli anni ‘50, dove si ballava in discoteche e Case del Popolo, è al centro di un mondo dove le note delle band e dei cantautori più famosi hanno cambiato il modo di divertirsi e stare insieme, rivoluzionando il linguaggio e i sogni di una generazione. A farci rivivere questa piccola epopea rock sono le voci dei protagonisti di allora, come se fossero musicisti di una di una grande orchestra, attori di un film ambientato tra sale da ballo e radio libere la cui colonna sonora riecheggia ancora al giorno d’oggi.
Il commento di Beppe Dati, storico musichiere toscano - «La mia esperienza personale mi ha portato a raccogliere tantissimi aneddoti in quegli anni, sull’andare per balere, in questi posti dove si viveva un viaggio romantico e sempre unico. Si cercava di imbroccare, di incontrare qualcuno ma essenzialmente ci teneva insieme la musica e l’amore per essa. Ho anche la fortuna di conoscere alcuni protagonisti di questa storia come Alessandro Benvenuti con cui ho diviso percorsi artistici decisivi nella mia formazione musicale. Questo libro mette in risalto il fatto di come si sia perso un patrimonio culturale importante. Lo si è fatto con la chiusura delle Case del Popolo, delle parrocchie. Tutto questo tessuto che teneva insieme i giovani, gli anziani, la popolazione tutta, che portava a giocare a carte, a ritrovarsi per una chiacchierata, un confronto, era una cosa molto preziosa. Oggi si è perso tutto inevitabilmente anche in virtù di una società liquida che ci sta spargendo un po’ dappertutto ed è un peccato».
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