Cecenia: cronaca del rapimento Galligani. Nel memoir di Bigazzi fatti e segreti della “guerra sporca”

Firenze il 30/10/2019 - Redazione
La cronaca del rapimento di Mauro Galligani nella Cecenia da poco indipendente. I 49 giorni di ansia prima della liberazione. Sullo sfondo, una guerra “sporca” che spesso la stampa mondiale ha ignorato o sottovalutato, e che ancora oggi presenta più di un lato oscuro. Il nuovo libro-reportage del giornalista Francesco Bigazzi intitolato “Guerra in Cecenia. Diario del rapimento di Mauro Galligani” (Mauro Pagliai) fa luce su aspetti poco trattati di un conflitto irrisolto, come i finanziatori occulti della lotta indipendentista o l’influenza di Al Qaida.

La storia - Bigazzi, considerato oggi uno dei maggiori esperti italiani di storia e cultura russa, ricorda il suo viaggio a Groznyj nel 1997 assieme al collega Galligani, uno dei fotogiornalisti più importanti nell’Italia del dopoguerra, per un reportage sulla Cecenia che risorge dalle macerie del primo conflitto. Il 23 febbraio, appena due ore e mezzo dopo aver messo piede nella Repubblica Cecena di Ichkeria, Galligani viene sequestrato da un commando di quattro uomini armati. Non c’è dubbio che i colpevoli siano i separatisti, che si servono dei rapimenti – specialmente di stranieri e di giornalisti – come vera e propria arma politica nella lotta per l’indipendenza, oltre che importante fonte di finanziamento: vero e proprio “mercato di uomini”, il business dei sequestri porterà milioni di dollari nelle tasche dei mandanti. “Un’arma a doppio taglio”, spiega Bigazzi, “che sarà sfruttata con grande abilità dagli strateghi russi per alienare le simpatie del mondo occidentale nei confronti della causa cecena”. Bigazzi si rifiuta di tornare in Italia prima della liberazione del collega, che avverrà solo il 14 aprile dello stesso anno, quando gli emissari della Farnesina raggiungeranno un accordo sul riscatto da pagare ai rapitori. Anche l’interessamento, in modi e tempi diversi, della figura di Adriano Sofri e della Mondadori di Silvio Berlusconi, contribuirà alla soluzione di un caso che nel libro è definito “un rapimento fuori dal comune, sia per quanto riguarda l’esecuzione che il modo in cui è stato gestito il sequestro”. Nel diario di quei giorni terribili, arricchito da un accurato inquadramento storico e dalle biografie dei protagonisti, si alternano speranze, timori, ombre di strategie, equilibri e giochi politici internazionali ancora oggi non del tutto chiariti.
 
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