Carlo Pizzichini è un poliedrico artista contemporaneo, molto attivo nel campo non solo pittorico e scultoreo, ma più in generale anche a livello artistico e culturale a 360°. La sua professione lo ha portato a viaggiare tantissimo, in Italia e in Europoa. Siena, e Monticiano in particolare, restano però nel suo cuore.
Come vede la situazione artistica e culturale del panorama senese?
"Credo che vi siano molte forze valide tra giovani e meno giovani che hanno il piglio di fare e di far bene, in più discipline, forse mai come ora. Quando ho iniziato, poche persone si prendevano il lusso di cimentarsi in materia di arte contemporanea, ora questa parola é sulla bocca di tutti. Personalmente ne ho sempre parlato poco, l'ho fatta, anzi l'ho vissuta...e basta! Credo che queste forze vadano incoraggiate, portate allo scoperto senza vergogna e soprattutto gli va dato lavoro. Siena vive pressoché esclusivamente di ciò che hanno lasciato gli artisti e i contadini. E allora, anche se possiamo considerarci indegni coloni di una tradizione, perché non trattare l'arte senese dei giorni nostri almeno alla pari del vino, dell'olio, del cacio e del lardo di cinta senese? Con le dovute selezioni, gli artisti vanno promossi e supportati dando loro lavoro, considerazione, visibilità e spazi per lavorare in città. Coinvolgerli, come succedeva ai tempi del Buongoverno nella vita sociale, economica e decisionale della città. Agevolare il loro stato secondo i meriti, la serietà, la costanza e la professionalità. Questo, cioè “il fare” appunto, credo sia la sostanza della cultura, non gli eventi, costruiti per un pubblico spesso ammaestrato, che oltre ad infliggere ferite profonde nelle casse degli enti, non fanno altro che far dimenticare l'essenza e le necessità dell'artista che è e rimarrà il vero protagonista, l'artefice, ”il manifestatore agli omini grossi” colui che inventa e fa; da colono a pioniere di nuovo lustro per una città o comunità. Non entro in merito alle varie iniziative espositive e museali. Ognuno tiri le proprie somme. Posso solo testimoniare, e lo dimostro facendolo, che chi ha voluto trovar frutto al proprio lavoro ha compiuto dei sacrifici di vita enormi che potevano essere alleggeriti con poco".
In questi giorni si fa un gran parlare delle polemiche legate ai tagli al settore artistico e culturale operati dal Governo. Quale è il suo punto di vista a riguardo?
"E` il punto di vista di chi non é mai stato bagnato dalla pioggia di finanziamenti cospicui per sostenere la propria ricerca in campo artistico, e mi sorprende come certe manifestazioni d'arte possono concludersi bruscamente per mancanza di fondi. Più che i fondi ho la strana sensazione che spesso mancano le motivazioni. E` curioso pensare infatti che le uniche motivazioni che creano certi eventi, appunto, siano solo i fondi. L'arte deve continuare sempre e comunque,anche in assenza di fondi: al tempo della peste e delle carestie a Siena si facevano Madonne d'oro. E`rassicurante solo il fatto che, nonostante tutto ci sarà sempre un artista che nel silenzio del proprio studio, in solitudine e con pochi mezzi, creerà per il mondo un'opera. La politica culturale di certi governi centrali che non considera gli artefici come ricchezza, si rispecchia anche nelle città periferiche, che spesso, dispongono contributi per direttori e segretarie e mai, mai per un artista. Per i personaggi che ruotano intorno al problema, per gli organizzatori e i faccendieri vi sono sempre fondi, ma per una borsa di studio ad un giovane artista, per gli atelier per i più meritevoli, per i materiali, per un catalogo,per la promozione dell'operato di qualcuno, questo mai o quasi mai. Investire insomma sugli uomini, sugli artisti di un territorio,che vogliono lavorare, sui giovani che si impegnano. Arricchire gli ambienti con le opere d'arte come ci hanno tramandato gli antichi. Questo vuol essere un sogno e un auspicio per coloro che verranno e che vorranno intraprendere la via difficile dell'arte. Esempi come BancaEtruria, Monte dei Paschi di Siena, Sienambiente, Provincia di Siena e altri, sono la testimonianza attiva e rassicurante di una rinnovata sensibilità artistica nell'accogliere l'operato degli artisti contemporanei".
Nel corso degli anni è stato possibile ammirare le sue opere un po’ ovunque, in Italia ma anche in Europa. Da oggi inoltre, è possibile riviverle nel suo volume “Dipinti, ceramiche, bronzi, disegni” edito da Cantagalli. Da dove è nata l’esigenza di fare questo libro?
"L'occasione é nata dall'invito che la città di Finale Ligure mi ha rivolto per esporre nei prestigiosi e immensi spazi del Complesso Monumentale di Santa Caterina nel settembre e ottobre appena passati. Dopo trent'anni di ricerca professionale, ho potuto allestire una grande antologica curata da Mauro Baracco e Riccardo Zelatore, che cronologicamente ripercorreva il mio itinerario pittorico dal 1980 ad oggi. Dai primi lavori con la nuova idea di ricerca sul segno, alle impressioni dei viaggi, ai grandi quadri di figure del periodo americano, i dipinti eseguiti in Polonia, la riproduzione al vero del Palio, le ceramiche arcaiche di etrusca memoria, le maioliche, i bronzi, gli assemblaggi, i quadri a stampa sull'acqua, i disegni, le ultime opere; erano le sezioni didascaliche che il visitatore trovava nella mostra. Non solo, mi sono preso il vezzo di dedicare una stanza, intima e a me cara, alla mia formazione artistica: i disegni all'età di 14 anni fino a quelli eseguiti alla scuola d'arte di Siena fino al lavoro d'esame della Maturità Artistica all'età di 19 anni. Tutto questo era alla mostra e tutto questo si ritrova ampliato e ordinato nel libro".
Potremo definire il volume come una “biografia d’arte”? Del resto, si ripercorre la sua vita tramite la sua produzione artistica…
"Lei ha colto perfettamente lo spirito del volume, qualcuno sfogliandolo mi ha scritto: “mi é sembrato di percorrere un viaggio, un viaggio di emozioni...” è questa infatti la vera essenza del libro. Credo di aver dato al volume un'impostazione originale, una biografia visiva: non una celebrazione, ma anzi un auspicio, un impegno per il futuro, mostrando le articolate possibilità del mio lavoro in rapporto con mille situazioni differenti. Il confronto con altre culture, o la loro influenza, il dialogo con gli spazi, le problematiche tecniche e l'incrocio con ambienti culturali diversi sono riassunti visivamente con alcuni risultati raggiunti, che non si cullano su se stessi ma nascondo future aspirazioni di chi, innamorato della Pittura, non sa trattenersi davanti ad ogni superficie bianca gli si presenti. Ho avuto la fortuna di avere un caro amico fotografo, Bruno Bruchi, che da trent'anni per passione e amicizia non si é mai stancato di fotografarmi le opere; fin dal mio primo atelier a Monticiano ha continuato a girare mezza Europa per fare uno scatto. E`suo il merito di questo grande archivio, sottoforma di una valigia di stampe e diapositive di circa 4000 esemplari, dal quale ho potuto selezionare il percorso più idoneo traversando lavori importanti e opere più incerte ma necessarie per la continuità della ricerca. Il grafico Alessandro Bellucci con pazienza e con gusto, ha poi composto le 704 pagine, dando loro un fluire piacevole e non noioso, alternando le opere a foto di vita, miei ritratti e situazioni incontrate nel corso dei decenni. Mi preme ricordare che saranno disponibili in libreria per le prossime feste alcune copie raccolte in un cofanetto contenente una serigrafia, firmata e numerata, con una edizione limitatissima: 48 esemplari. 48 come i miei anni adesso, visto che è il libro rappresentativo di ciò che ho realizzato finora".
Dal libro si può facilmente capire come la sua produzione sia estremamente variegata e capillarizzata ai diversi settori dell’arte. Come riesce a conciliare tutto ciò? Da dove nascono le diverse ispirazioni?
"Tutta la produzione é estremamente articolata, e una delle difficoltà infatti é stata quella di come distribuire nel libro momenti, materiali e periodi così diversi: i dipinti sono in ordine cronologico, poi il capitolo della vasta produzione ceramica, i bronzi, i disegni, gli oggetti, le grafiche, le installazioni e gli ambienti, cioè le opere eseguite o sul posto o per un ambiente specifico. E qui veramente si può quasi fare il giro del mondo. Il fatto di lavorare a Shanghai o al Cairo, ha stimolato nuove soluzioni senza mai però dimenticare la lezione visiva della nostra pittura e l'armonia della nostra campagna senese. L'incontro poi con artigiani di gran talento, che mi hanno affiancato nella realizzazione della ceramica e dei bronzi, come la fonderia Del Giudice di Strada in Chianti e la Bottega “Il Tondo” di Celle Ligure, dai quali esce tutta la mia produzione, mi ha dato spinte maggiori a sperimentare con stupore, ogni volta che entro in bottega. E la valorizzazione, tramite l'estro, che é il vanto dell'artista, del lavoro tecnico che é il tesoro dell'artigiano, mi rende gioia ed entusiasmo, come fosse una collaborazione e una complicità che ha il sapore di altri tempi. Il tema della ricerca, poi, forse, non é mai cambiato, ma ha formato delle sacche, dovute alla memoria, alle tracce di sentimenti e di ricordi, al fascino di cose e persone viste, ai viaggi, agli amori, ai sacrifici fatti, che mi portano ora a trasmettere a chi é più giovane di me, un metodo di lavoro per esprimere se stessi.. e ribadire che niente potrà avere cominciamento “senza sapere senza potere senza amore volere”. Le mie lezioni durante la Docenza in Accademia si basano proprio dall'esperienza di vita vissuta con la Pittura".
I suoi progetti futuri? Quale il prossimo appuntamento?
"Sono in attesa della chiamata da parte del Ministero, dell'Alta Formazione Artistica e Musicale di Roma per la Titolarità di Cattedra di Pittura, una vera e propria scuola da dirigere secondo degli ideali conseguiti sul campo. Non si ricorda nella storia nessun senese che abbia ottenuto tale incarico e ciò, se accadrà, mi onora, mi responsabilizza e mi fortifica. Poi sto lavorando ad un' impresa alla quale tengo molto per più motivi: la fasciatura in ceramica maiolicata delle quattro colonne di sostegno del nuovo padiglione delle feste della contrada del Drago , della quale mi onoro di appartenere. Un lavoro che mi appassiona, per la sua difficoltà tecnica estrema e per la sua originalità: a Siena non vi é niente di simile che sia stato realizzato in questo materiale e forma. Inoltre, ho in programma una grande mostra in Svizzera, nel Canton Schwyz per marzo 2011, una mostra alla periferia di Milano in uno spazio adibito a manifestazioni culturali durante la quale interverranno anche altre discipline come la musica e la lettura di testi. Inoltre, come direttore artistico ripeteremo sicuramente l'esperienza della festa della ceramica e il Premio Antica Arte dei Vasai a metà maggio nella contrada del Nicchio e poi in estate spero si concretizzi, lo spostamento della mostra antologica in terra toscana, un po' più vicino alla mia città con la relativa presentazione proprio di questo volume, che in anteprima qui presentiamo".
SOTTO TORCHIO
LIBRO E AUTORE PREFERITO “LA COMMEDIA”, Dante Alighieri
L’ULTIMO LIBRO LETTO Patrick O'Brian, “Picasso”
IL LIBRO DA CONSIGLIARE AI LETTORI Cennino Cennini da Colle Val d'Elsa, “Il libro dell'arte”
LEGGERE E’… Vedere
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