“Boccaccio è sempre attuale, raccontava la natura umana”. Parla lo scrittore Marco Vichi

il 13/01/2014 - Redazione

Si è chiuso da pochi giorni un 2013 segnato dalle tante iniziative in occasione del settimo centenario dalla nascita di Giovanni Boccaccio. Ma le celebrazioni per un autore che ha segnato la storia della letteratura italiana non possono e non devono fermarsi a un semplice anniversario; per questo motivo le iniziative per riscoprire i tanti temi e i molti messaggi che ci ha lasciato uno dei più grandi narratori italiani proseguono a pieno ritmo. Si inserisce in questa scia l'itinerario sulle tracce di Giovanni Boccaccio - inserito nell'ambito della rassegna curata da Toscanalibri.it "I colori del libro. Passeggiate d'autore" - che si terrà a Siena il 19 gennaio (partenza ore 15,30) e che vedrà tra i protagonisti Marco Vichi, curatore del volume Decameron 2013 ideato da Simone Sacco. Un passeggiata che ci porterà attraverso luoghi, edifici e vie che hanno preso vita sulla carta attraverso le parole di uno degli autori che ha forgiato la nostra lingua. Una lingua che oggi si è sviluppata e ritorna nuovamente a servire un Decamerone, questa volta però in chiave moderna.

Di cosa tratta Decameron 2013?
«Il libro ricalca nella struttura il Decamerone originale di Boccaccio, quelli che a me piace definire “quaranta scribacchini” sono infatti costretti a passare dieci giornate chiusi nell’immaginario castello di Fontenera e a raccontarsi storie per passare il tempo; storie che raccontano i nostri tempi, i temi che viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle e con cui ci dobbiamo scontrare abitualmente. Naturalmente si tratta di quaranta scrittori di oggi che usano la nostra lingua, non abbiamo voluto tentare nessun abboccamento alla lingua di allora. Dieci racconti al giorno per dieci giorni per cercare di raccontare lo spirito vero del nostro tempo, come fece Boccaccio allora».

Quali sono gli argomenti di discussione che vengono tirati fuori da ragazzi di oggi costretti a passare del tempo assieme?
«Innanzitutto il motivo per cui si riuniscono: nel Decamerone di Boccaccio è la peste, mentre nel nostro caso è la crisi economica. Proprio per raccontare il mondo di oggi inevitabilmente l’argomento della crisi viene fuori frequentemente nei loro discorsi, si tratta infatti di un diverso tipo di peste, molto più amara in quanto generata dall’uomo».

Quanto è attuale al giorno d’oggi un autore come Boccaccio?
“Un grande scrittore è sempre attuale, così come alcune musiche che non invecchiano mai. A parte la bellezza dei suoi racconti, sia per argomenti, sia per scrittura, Boccaccio è stato il primo a creare un contenitore romanzesco per riunire molte storie. Prima del Decameron erano apparsi altri libri di racconti, come ad esempio il Novellino, ma erano delle semplici raccolte. L’unica barriera per un’agevole lettura è rappresentata purtroppo dalla lingua, assai antica e dunque molto difficile; io sono abituato e non ho difficoltà a seguirla, ma chi non lo è si sente un po’ respingere. Mi piacerebbe che si potesse riscrivere il Decameron con la lingua di oggi, ma senza cambiare o aggiungere nulla, come spesso è stato fatto. Una vera riscrittura solo per rendere questo capolavoro più comprensibili e accessibili».

Boccaccio scriveva il Decamerone nello stesso periodo in cui Lorenzetti realizzava il Buongoverno; cosa avrebbero pensato questi grandi artisti della situazione attuale di Siena?
«Questo tipo di artisti e di scrittori solitamente mettono il dito nella piaga; raccontano come è fatto l’uomo, le sue parti più negative e oscure. In questo modo evidenziano i vari peccati commessi, in particolar modo l’avidità, uno dei peggiori del nostro tempo».

Francesco Anichini

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