“Bisogna parlare di economia in modo semplice e divertente”. Parla il docente Piero Roggi

il 23/12/2013 - Redazione

Il mondo che ci circonda fa i conti ormai da anni con la sempre più massiccia presenza dell’economia nelle vite dei cittadini. Con la crisi quasi tutti, volenti o nolenti, si sono trasformati in esperti di economia, analisti e strateghi della finanza; parole come spread, differenziale, ripresa, tassi d’interesse non sono mai stati così popolari. Ma è possibile raccontare tutto questo in un altro modo? E’ possibile bypassare i professori, gli economisti e tutti gli esperti del settore per arrivare a capire finalmente come sia cambiato il concetto di ricchezza e di povertà con la grande crisi scoppiata nel 2008? Il professor Piero Roggi, che insegna Storia del Pensiero Economico all’Università di Firenze, ha tentato una nuova via: ha preso un personaggio, Joseph Crabtree, e lo ha fatto viaggiare nel tempo e nello spazio assieme alla sua cagnetta per osservare tutti i passaggi chiave dell’economia.

Da dove è partita questa idea professore?
“Tutto è cominciato da una conferenza; un’associazione mi aveva chiesto di far interpretare un’avventura a questo personaggio, Crabtree, che via via viene messo nelle situazioni più disparate. Dopodiché mi sembrava che il viaggio nel mondo dell’economia che gli avevo fatto intraprendere fosse venuto bene e ho deciso di pubblicarlo”.
E’ un tentativo per migliorare l’accesso per tutti al mondo dell’economia?

“Nelle nostre facoltà ci sono linguaggi specifici, l’importante per noi sarebbe tradurre queste formule tecniche quando si parla a un pubblico diverso e più grande. E’ molto difficile, ma è anche un esercizio che diventa molto utile per chi lo fa”.
Lei attraversa le vari fasi dello sviluppo della scienza economica, attraverso le quali è cambiato il concetto stesso di povertà
“La storia dello sviluppo parte dalla metà del 1700, è stata una lotta per creare un tenore di vita più elevato e un benessere generalizzato, anche se non è successo in tutti i paesi del mondo. Questo meccanismo progressivo che c’è sempre stato, pur con qualche sbandamento, ma ora si è del tutto fermato. La teoria economica dovrebbe riuscire a spiegarcelo ma c’è una babele di tutte le lingue e questo non aiuta. Quel che è certo è che in passato c’era una diversa concezione della ricchezza”.
Attraverso la sua lente d’ingrandimento personaggi epocali come Keynes e Smith appaiono per la prima volta dotati di difetti “umani”…
“Con il passare del tempo certi personaggi vengono abbelliti, quasi come con un passaggio dal chirurgo plastico; lo storico non vuole creare nuovi miti, per questo c’è il personaggio della cagnetta Zara. Gli animali non hanno nessun timore reverenziale e così anche Smith, Keynes o Rousseau appaiono coi loro difetti, vengono ridotti a misura d’uomo tramite una sottile ironia”.
Passando attraverso tutte queste epoche s’intravede una via d’uscita per il futuro?
“Ci sono studi precisi: per ritornare ai livelli di ricchezza del 2007 avremo bisogno di un’altra decina d’anni. E’ un po’ come se un nuotatore stesse sott’acqua per venti anni e quando riemergesse fosse esattamente come quando ci è entrato. Ciò significa che tutte le fibrillazioni politiche di questi tempi sono fenomeni che fanno ridere in confronto alla lentezza e all’inerzia della macchina economica. C’è un netto contrasto tra la frenesia della cronaca quotidiana e questa realtà, che la buona politica può solo intaccare marginalmente. Non ci si deve quindi aspettare grandi cose dai cambiamenti politici, l’ammalato è serio”.

Francesco Anichini

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