Basaglia e la chiusura dei manicomi, il 28 febbraio a San Gimignano la follia tra letteratura e spettacolo

il 26/02/2015 - Redazione

Una riflessione sulla follia, sospesa tra letteratura e spettacolo, con un doppio appuntamento a San Gimignano per “Leggieri d’Inverno” di Giardino Chiuso che dedica una pagina della sua stagione alla emblematica figura e al lavoro di Franco Basaglia, il noto psichiatra e neurologo ispiratore della omonima legge (la 180) in seguito alla cui approvazione nel 1978 fu decretata la chiusura dei manicomi. Sabato 28 febbraio al Teatro dei Leggieri le autrici Alberta Basaglia e Giulietta Raccanelli, con la partecipazione di Giuliano Scabia, presentano il libro “Le nuvole di Picasso” (Feltrinelli Editore – ore 17,30) e alle ore 19 va in scena “La storia di Marco Cavallo”.

“Le nuvole di Picasso” - I bambini, solo conoscendo il senso delle cose, riescono a spiegarsele. E per capire chiedono, instancabili, sempre. Quando si regge lo stillicidio dei loro perché e ci si sforza di dargli le risposte che meritano, si arriva sempre al cuore delle questioni. La voglia di raccontare la storia già molto conosciuta, ma non ancora da tanti digerita, di Franco Basaglia, del manicomio liberato e del suo superamento, nasce proprio dalle domande dei più piccoli e dal tentativo di provare a ripercorrere fatti già noti con gli occhi e il cuore di una di loro, per darne una lettura inedita, unica e spudorata, quella cioè di chi non ha ancora sovrastrutture imposte da regole sociali. In questo lavoro hanno preso forma le parole per cercare di rispondere a quei tanti perché e per raccontare scampoli di vita della bambina che è stata dentro a quella rivoluzione. Bambina che nel frattempo è cresciuta e che spontaneamente ha fatto di quella esperienza la base per costruire la sua professione.

La storia di Marco Cavallo - E’ il racconto a più voci della prima esperienza di animazione teatrale condotta dentro un manicomio, a Trieste, nel 1973. Esperienza che aprì il manicomio alla città e contribuì a cambiare “il modo di essere del teatro e della cura”. È il racconto di un'epopea collettiva che vede protagonisti, in anni che ora ci appaiono mitici, le visioni di Franco Basaglia, di Giuliano Scabia e del gruppo di artisti e operatori che, per primi, provarono a “sfondare” il Muro dell'ospedale psichiatrico. Il testo nasce dalla confluenza di alcune fonti rielaborate all'interno di una cornice drammaturgica appositamente creata. La prima fonte è il libro "Marco Cavallo". Un'esperienza di animazione in un ospedale psichiatrico scritto da Giuliano Scabia, è una cronaca fedele, partecipata, resa giorno dopo giorno dei due mesi di lavoro all'interno del manicomio di Trieste allora diretto da Franco Basaglia. Il gruppo degli “artisti” guidati da Scabia allestì un laboratorio espressivo in uno dei padiglioni appena svuotati dell'Ospedale dando vita a quella che è considerata una delle esperienze fondamentali sia del nuovo teatro che della nuova psichiatria. Una rappresentazione che ci appare necessaria, oggi che molte delle conquiste sociali e civili di quegli anni sono messe in discussione.

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