“Architettura e committenza a Siena nel ‘500”, se ne parla il 3 novembre

il 02/11/2011 - Redazione

Un volume per indagare il rapporto di Baldassarre Peruzzi con la sua città natia. E’ Architettura e committenza a Siena nel Cinquecento (Aska Edizioni), la pubblicazione che verrà presentata a Siena giovedì 3 novembre alle 17,30 nella Sala degli Intronati di Palazzo Patrizi. Oltre all’autrice Giulia Ceriani Sebregondi, saranno presenti Roberto Barzanti e Marco Pierini.

La pubblicazione - Il volume getta nuova luce su un periodo convulso delle vicende politico-architettoniche senesi del primo Cinquecento, ponendo alcuni interrogativi e svelando tracce architettoniche poco note oltre ad aspetti inediti della vita dell’artista. Nuovo e antico, continuità e cambiamento, gusto e interesse collettivo: può la variabile di scelte dettate dagli orientamenti ideologici di chi governa, modificare il volto di una città? Se la città è Siena, con la sua magnifica tradizione civica medievale e quella “qualità edilizia diffusa” che ne fa oggi un modello pressoché insuperato, la ricerca delle tracce di questa “mutazione” diventa complessa e l’indagine può tingersi di giallo. Frutto di accurate ricerche di archivio, ma anche di rilievi e di confronti sul campo, il libro tenta di svelare l’alone di “mistero” che circonda il rapporto di Baldassarre Peruzzi con Siena, dove egli nacque e lavorò stabilmente dal 1527 al 1535, ma con la quale sembra avere mantenuto un dialogo per tutta la vita; e inoltre, per la prima volta, inizia a delineare il quadro di un’epoca in ombra dell’architettura senese del Rinascimento: il primo Cinquecento, quel periodo burrascoso e travagliato che va dall’ascesa di Pandolfo il Magnifico alla caduta della Repubblica Senese. Palazzo Francesconi, poi Mocenni e oggi Coli Bizzarrini, “per lo più sconosciuto agli stessi senesi” è il caso di studio a partire dal quale si svolge la riflessione. Attraverso le vicende umane e politiche del committente, Bernardino Francesconi, che il censo dell’epoca annovera tra i senesi “ricchissimi”, simbolo di un’individualità che per la prima volta rompe “l’identificazione tra arte e opere pubbliche”, il volume scava nei meandri della storia architettonica della città, rivalutando un’opera del grande architetto senese e aprendo la strada a nuove ricerche che potrebbero svelare i segreti di altri storici edifici cittadini, ancora oggi non indagati a sufficienza.

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