Anna Sarfatti e
Wlodek Goldkorn sono i vincitori del Premio Ceppo per l’Infanzia e l’Adolescenza della 67a edizione del Premio Letterario Internazionale Ceppo, il primo premio italiano dedicato al racconto e alla poesia, diretto da
Paolo Fabrizio Iacuzzi, che quest’anno si apre a gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, con due appuntamenti: il 25 a Pistoia e il 27 a Firenze. Gli eventi sono realizzati con il patrocinio del Ministero della Cultura, con il sostegno del Consiglio regionale della Toscana (Festa della Toscana), del Comune di Pistoia, del Comune di Firenze, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e della Fondazione Chianti Banca, in collaborazione con Giunti.
La premiazione - In occasione della Giornata della Memoria i due autori saranno premiati a Pistoia il 25 gennaio (Auditorium Terzani della Biblioteca San Giorgio, ore 16) con il saluto dell'assessore alla Cultura e all'Istruzione
Benedetta Menichelli. A Firenze il 27 gennaio (Biblioteca delle Oblate, Sala storica Dino Campana, ore 17.00) i due vincitori presenteranno le due
Ceppo Ragazzi Lectures dedicate in particolare al tema della memoria: quella di
Goldkorn si intitola "Far capire ai ragazzi le istanze della rivolta" ed è basata su tre parole chiave: Memoria, Immaginazione e Parola; quella di
Sarfatti si intitola "Dialogare con l'anima adulta dei bambini", ed è basata su parole chiave come Crescita, Partecipazione e Libertà. Per l’occasione ci saranno i saluti del presidente del Consiglio Regionale
Antonio Mazzeo. Porterà i suoi saluti anche
Beatrice Fini, direttrice editoriale della divisione Ragazzi e Young Adults. I due eventi sono curati e condotti da
Paolo Fabrizio Iacuzzi con la partecipazione, oltre agli autori, di
Cristina Manetti (capo di gabinetto della Regione Toscana),
Filiberto Segatto e
Ilaria Tagliaferri (Giurati del Premio). Parteciperanno a Firenze, tra gli altri, gli studenti del Liceo Capponi coordinati da
Francesco Capaldo e a Pistoia i giovani aderenti al Premio Laboratorio Ceppo Ragazzi, i cui iscritti hanno già sfiorato quota cinquecento, con i laboratori realizzati dai due scrittori vincitori fino ad aprile nelle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado della provincia di Pistoia: saranno premiati con i buoni libro offerti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
A Firenze sarà presente anche
Franco Paris (docente di Lingua e Letteratura Nederlandese all'Università di Napoli L'Orientale), curatore delle nuove edizioni del
Diario di
Anne Frank appena edite da Giunti, nella versione messa a punto dalla figlia
Dafne Paris, arpista e giovane studiosa ad Amsterdam: l'edizione per ragazzi ha la prefazione di Sarfatti, quella per adulti ha la prefazione di Goldkorn. Scrive Sarfatti nella prefazione: "Ho letto per la prima volta il Diario di Anne Frank quando ero un’adolescente. Mi piaceva portare il suo stesso nome. Ricordo che sentii l’ingiustizia intollerabile della sua segregazione, e pensai ingenuamente che al posto di Anne sarei fuggita. E chissà che cosa avrei portato via da casa nella mia fuga. Da allora questo è un sogno che ho fatto più volte nella mia vita". Scrive Goldkorn nella prefazione: "Anne Frank, una persona ma pure una metafora di lutto senza consolazione, perché la Shoah non permette consolazione alcuna. Per (paradosso) Anne Frank, a quasi ottant’anni dalla morte, è viva. In fondo, non solo Philip Roth ma anche il bambino al quale voglio bene così se la immagina: viva, a passeggio con l’amica Kitty". Nelle due giornate verrà anche presentato il nuovo libro di
Anna Sarfatti, "Il nido del tempo" (Giunti), ispirato alle vicende della sua famiglia, vittima delle leggi razziali durante il regime fascista. Una storia vera, intima e universale al tempo stesso, che ripercorre con ostinata grazia una delle pagine più nere della storia: la shoah e i suoi esuli. Un ricordo d’amore capace di attraversare il tempo, un gioco di infanzia che diventa, che resta, esso stesso infanzia.
Gli autori -
Anna Sarfatti vince per essere riuscita a mettere al centro della sua scrittura il paradigma della memoria, raccontando con lievità e profonda attenzione temi complessi e delicati, in particolare il dramma della Shoah e delle leggi razziali, i valori della Costituzione e dei diritti dei minori, dando vita a racconti delicati e poetici che hanno nella coralità e nel richiamo alla realtà i loro punti di forza. In particolare, nel suo nuovo romanzo edito da Giunti, Il nido del tempo, dove una casa delle bambole diviene il simbolo dell’infanzia violata dall’atrocità della discriminazione: un racconto di vita e di condivisione, dove i giovani protagonisti acquisiscono maturità e consapevolezza di sé stessi e del mondo.
È nata a Firenze, dove abita. Laureata in pedagogia, indirizzo psicologico, ha insegnato nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria. Nel 2011 ha lasciato l’insegnamento e da allora si dedica pienamente alla scrittura. Nel 2004, grazie a un incarico della Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Anna Meyer di Firenze, ha scritto Guai a chi mi chiama passerotto! I diritti dei bambini in ospedale (Fatatrac). Poco dopo ha pubblicato La Costituzione raccontata ai bambini (Mondadori, 2006): in quell’occasione ha incontrato Gherardo Colombo e insieme, nel 2009, hanno scritto Sei Stato tu? La Costituzione attraverso le domande dei bambini (Salani 2009). Negli anni seguenti ha incontrato scuole di tutta Italia e nella sua produzione editoriale si sono venuti delineando due filoni principali: narrativa e poesia ispirate ai contenuti più vari, e temi di educazione alla cittadinanza, spesso suggeriti da bambini e insegnanti. È nato così un filone dedicato alle scuole che raccoglie titoli su pari opportunità, tutela dell’ambiente, diritto all’uguaglianza, rapporto tra diritti e doveri, promozione della pace, conoscenza di eventi storici fondamentali per la formazione democratica quali la Resistenza e la Shoah.
Wlodek Goldkorn vince per la sua scrittura tra autobiografia, narrativa e saggistica, e in particolare per i suoi due libri Il bambino nella neve (Feltrinelli 2018) e L’asino del Messia (Feltrinelli 2019), interamente dedicati alle sue memorie personali, sapendo che ricordare non è solo recuperare frammenti del passato, ma anche rielaborarli con l’immaginazione, confrontarli col presente e proiettarli nel futuro, per dare voce alle vittime e agli sconfitti, ma anche per pronunciare l’idioma della rivolta. Senza dimenticare il libro che ha scritto con Rudi Assuntino, Il guardiano. Marek Edelman racconta (Sellerio 1998), che raccoglie dalla viva voce del protagonista le memorie sulla rivolta del ghetto di Varsavia.
È nato in Polonia, a Katowice; nel 1952, emigrò con la famiglia in Israele nel 1968, a causa delle disposizioni antiebraiche dello Stato polacco. Vive a Firenze, continuando il suo impegno politico ed intellettuale attraverso la scrittura giornalistica e saggistica. E’ stato responsabile delle pagine culturali dell’”Espresso” e collabora a “La Repubblica”. Come saggista, è una delle voci più autorevoli degli studi sul mondo ebraico e sull’Europa centro-orientale. Ha pubblicato: La scelta di Abramo. Saggio sulle identità ebraiche (Bollati Boringhieri 2006, 2020); con Massimo Livi Bacci e Mauro Martini, Civiltà dell’Europa orientale e del Mediterraneo (Longo 2001); con Zygmunt Bauman, L’ultima lezione (Laterza 2018); ha curato con Bruno Manfellotto e Gigi Riva quattro volumi dedicati alla storia del Sessantotto (Gedi 2018).
Info -
www.iltempodelceppo.it