“Alla Grande Guerra in automobile. Diario e Fotografie”, presentazione a Siena il 3 dicembre

il 02/12/2015 - Redazione
Giuliano Catoni e Paolo Leoncini presenteranno giovedì 3 dicembre alle ore 18.15 nel Salone dei concerti di Palazzo Chigi Saracini a Siena (via di Città 89) il volume da loro curato, “Alla Grande Guerra in automobile. Diario e Fotografie 1915-1916” (Edizioni Il Mulino). L’incontro rientra nell’ambito degli Appuntamenti a Palazzo, la serie di iniziative organizzate dall’Accademia Musicale Chigiana di Siena per ricordare il suo fondatore, Guido Chigi Saracini, nei 50 anni dalla scomparsa. Il volume riguarda proprio il diario di guerra tenuto dal conte nei due anni trascorsi tra Veneto e Friuli, rimanendo peraltro gravemente ammalato. Parteciperanno Stefano Jacoviello, coordinatore degli Appuntamenti a Palazzo, e l’ensemble vocale La Spennacchiera. L’ingresso è libero.
 
La storia - La notte del 23 maggio 1915, Guido Chigi Saracini ha 35 anni, è sposato, non ha figli. Aspetta il telegramma che ordinerà ai Volontari Automobilisti della Croce Rossa di partire alla volta di Piacenza, dove ciascuno riceverà la sua destinazione verso il fronte o nelle retrovie. Per lui che si definisce «ostrica nata», non «un Vasco de Gama, ma neanche un Vaschino!», la partenza è dolorosa, ma gli appare inevitabile. Porterà Siena nel cuore, insieme alla musica e al sogno di costruire un salone dove poterla eseguire. Insieme a lui partiranno altri aristocratici senesi come Ottaviano Bracci, Carlo Piccolomini, Sandro Sergardi: amici che avevano condiviso con lui scampagnate e giorni lieti in famiglia. In compagnia di due fidati chauffeur, fra il 1915 e il 1916 Guido Chigi percorrerà al volante della sua SPA le strade che da Castelfranco Veneto lo guideranno verso Belluno, Treviso, Agordo, Cividale, Cortina, Gorizia, Udine, scoprendo paesaggi, luoghi, volti, che verranno raccontati sulle pagine del diario. Terrà con sé una macchina fotografica portatile, passione seconda solo alla musica, con cui scatterà lunghe serie di immagini che, raccolte in un album, donano a quel diario una dimensione intermediale. Per questo, a cento anni di distanza, il racconto della Grande Guerra del conte Chigi si inserisce oggi nel dibattito fra storici e filosofi sul testimoniare il conflitto e sulla capacità dei media di configurare la memoria di un evento doloroso, mettendo in circuito etica ed estetica.
 
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