Al Viareggio Repaci gli incontri con Mazzucco, Sovente, Emmer

il 06/08/2010 - Redazione

Al via l’edizione 2010 del Premio Letterario Viareggio-Repaci, nella cornice del mitico Bagno Balena. Le tre serate in programma si svolgono, infatti, in riva al mare in compagnia degli autori finalisti di questo storico Premio, ormai da molti anni appuntamento classico dell'estate versiliese. La prima delle tre serate era dedicata alle categorie narrativa, poesia e saggistica ed è stata presentata da Marcello Ciccuto che ha introdotto i tre autori, due per la saggistica e uno per la poesia.

Melania Mazzucco - Per la narrativa è stata presentata Melania Mazzucco con il suo “Iacopo Tintoretto e i suoi figli, storia di una famiglia veneziana” (Rizzoli), un volume frutto di oltre dieci anni di studi e ricerche, ricco di documenti inediti e originali, rintracciati negli archivi veneziani. La Mazzucco costituisce la prima importante biografia mai apparsa in Italia su Tintoretto, un’opera storico-documentaria, come rivela l’autrice, in cui “ci sono luci e ombre della figura di quest’artista ambizioso e discusso, scorretto e devoto, colto e popolare che è stato il Tintoretto. Un uomo incalzato da un perenne furore creativo”. Attraverso un confronto serrato con le sue opere, la Mazzucco ricostruisce minuziosamente la vita “del più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura”.

Michele Sovente - Per la sezione dedicata alla poesia, il libro presentato è di Michele Sovente "Superstiti" (San Marco e Giustiniani Editore). Sovente, già vincitore nel 1998 del Premio Viareggio, presenta un’opera con una pluralità di voci, una polifonia di stili e di generi. Anche nel linguaggio, non solo poetico, ma variegato arricchisce i suoi versi, come spiega lui stesso, “a volte con l’uso del latino, a volte dell’italiano, altre del dialetto. La pluralità è quella dell’attitudine del poeta che va a cercare i segni nel mondo, segni che vanno decifrati, perché sepolti, perduti o cancellati. Queste poesie parlano un po’ delle rovine, della storia che non c’è più”.

Michele Emmer - La sezione saggistica è stata rappresentata da un testo veramente originale, che probabilmente nessuno di noi aveva mai visto tra gli scaffali di una libreria. “Bolle di sapone, tra arte e matematica” è il titolo del libro di Michele Emmer che stuzzica il lettore facendolo tornare indietro ad un gioco quasi per bambini, ma che in realtà non ha età, quello di soffiare attraverso un foro imbevuto di sapone e produrre bolle multiformi che danzano nel cielo. Emmer, professore di matematica a La Sapienza di Roma, rivendica che “anche se la bolla di sapone è di per sé fragile, non è altrettanto evanescente il tema delle bolle di sapone. Esse, infatti, hanno una storia nella letteratura”. Immagini spettacolari, foto e litografie, arricchiscono il volume.

Chiara Masini

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