"Addio mia bella addio", le battaglie del Risorgimento in biblioteca a Firenze dal 13 gennaio

il 14/01/2011 - Redazione

L’esposizione “Addio, mia bella, addio. Da Curtatone a Calatafimi, i fatti d’arme che fecero l’Unità d’Italia”, aperta al pubblico lo scorso 23 dicembre nella Galleria dei Medici per iniziativa della Provincia di Firenze e dell’associazione Cantiere della Memoria, si rinnova con una seconda parte allestita nelle antiche sale della Biblioteca Riccardiana. Dal 13 gennaio al 17 marzo 2011, uniformi originali, spade e sciabole, ventagli d’epoca, stampe, carteggi, giornali e volumi storici messi a disposizione dalle Biblioteche Riccardiana e Moreniana - ricostruiranno gli avvenimenti cruciali del Risorgimento ed illustrano, attraverso preziosi cimeli, gli anni che fecero la storia italiana.

L’apertura - La mostra è stata inaugurata da un seminario di approfondimento e riflessione sul Risorgimento e sull’Unità d’Italia, giovedì 13 gennaio alle ore 17.00, nella sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi. Hanno partecipato come relatori: l’Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di Firenze, Giovanni Di Fede, insieme ad Ugo Barlozzetti del Cantiere della Memoria, Cosimo Ceccuti de “La Nuova Antologia - Fondazione Spadolini”, e Giovanna Lazzi, Direttrice della Biblioteca Riccardiana. Coordinatore della discussione sarà Roberto Ramagli, curatore della mostra.

Il commento - “Come ci suggerisce il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, le celebrazioni dell’Unità d’Italia di quest’anno vanno colte come occasione di riflessione per comprendere meglio le politiche attuali”, ha commentato l’Assessore Di Fede. “Questa iniziativa ha anche l’intento di rinnovare e avvicinare le nuove generazioni a quegli ideali che animarono i giovani un secolo e mezzo fa e li spinse a combattere per un Paese unito e libero. Lo spirito della storia è sempre attuale, soprattutto se si considera che gli scontri che allora vedevano opporsi repubblicani, monarchici, liberali e protosocialisti.si ripetono ancora oggi”. 

La mostra - La sezione dell’esposizione allestita nei locali della Biblioteca Riccardiana costituisce un ulteriore e decisivo motivo di riflessione sulla qualità e il ruolo del collezionismo grazie agli splendidi materiali messi a disposizione del pubblico. Grazie a questa seconda parte, il percorso della mostra “Addio mia bella addio. Da Curtatone a Calatafimi i fatti d’arme che fecero l'Unità d'Italia” - iniziato con la ricostruzione delle battaglie risorgimentali con figurini storici-soldatini, diorami e plastici - si completa con un’interessante documentazione che riconferma l’esposizione come versatile mezzo di comunicazione e strumento per una nuova didattica della storia. Collezionismo, indagine storica e momenti ludici, grazie agli utilissimi giochi di simulazione, sono campi contigui che si sono rivelati assai efficaci per illustrare alcuni eventi e coglierne il particolare potere evocativo. Vedere sul campo di battaglia le differenze di numero delle forze contrapposte e il modo loro di schierarsi integra la conoscenza storica di tante informazioni e fa scendere dai monumenti i personaggi rendendoli umanamente accessibili. Così attraverso il sintetico percorso testuale offerto dai pannelli allestiti lungo la mostra sono state suggerite la complessità e problematicità insite nel processo di unificazione. 

Il percorso espositivo - La mostra si articola in due sezioni, la prima nella Galleria Medicea di Palazzo Medici Riccardi che collega via Cavour a via de’ Ginori e l'altra nei locali della Biblioteca Riccardiana. La prima sezione è incentrata su alcuni plastici che intendono visualizzare ipotesi ricostruttive di fatti d'arme significativi per il processo di unificazione nazionale culminato il 17 marzo 1861 con la proclamazione del Regno d'Italia. I plastici sono integrati da pannelli esplicativi che informano sinteticamente anche grazie a cartografie e iconografie d’epoca sul periodo 1815-1861, figurini storici e soldatini (in 54 mm o in 25 mm) provenienti da importanti collezioni italiane. Non mancano alcune sagome, a grandezza naturale, di personalità e combattenti dell’epoca. Il percorso espositivo parte dall’ingresso di via Cavour ed inizia con un pannello che riporta la cronologia degli avvenimenti accaduti nel periodo a cui la mostra è dedicata. Seguono due vetrine con esposti figurini che con le loro uniformi  rappresentano i vari eserciti degli stati preunitari presenti sulla penisola italiana. La seconda sezione della mostra aperta nei locali della biblioteca Riccardiana  si avvale oltre che di figurini storici, di uniformi e sciabole, di preziosi ventagli e dell’uniforme garibaldina di Oreste Bertini, ufficiale medico nella III Guerra di Indipendenza (tutti oggetti appartenenti a collezioni private).

Pubblicazioni del tempo - Libri e giornali, con illustrazioni  e vignette, riescono a far calare il visitatore nel vivo di alcuni momenti chiave della storia, come la notizia della concessione dello statuto da parte di Ferdinando II di Borbone o da parte di Leopoldo II. Tra i preziosi materiali esposti anche i documenti e le memorie relativi a Curtatone e Montanara, ai drammatici eventi del governo provvisorio di Guerrazzi, Mazzoni e Montanelli, con il tentativo dell’elezione di un’assemblea costituente italiana, in accordo con la Repubblica Romana, conclusi dalla feroce repressione di Livorno nel maggio 1849. Dai fondi Fucini, Basevi e Zannetti provengono altri giornali e opuscoli capaci di legare il Risorgimento con il nascente movimento organizzativo del mondo del lavoro in nome di Mazzini e l’impegno per la memoria operativa delle istanze repubblicane e democratiche per il riscatto sociale di gran parte dell’Italia.

Le corrispondenze degli eroi - Non mancano lettere autografe di Garibaldi e Bettino Ricasoli. Commovente è leggere il foglio del proclama con il quale Leopoldo II abolì lo statuto conservato da Zannetti tra le proprie carte con il commento scritto di proprio pugno “proclama spergiuro”. I ventagli, oggetti preziosi ed emblematici di un’epoca, offrono un indizio di come tra l’aristocrazia e le classi più elevate circolassero le informazioni e come gli avvenimenti ispirassero la decorazione di queste vere e proprie dichiarazioni di appartenenza o di opinione esibite da personalità femminili di indubbia consapevolezza del potere. Così possiamo ammirare  il ventaglio con la decorazione a “gouache” in cornice che esibisce il principe di Joinville, il 15 ottobre 1840, impegnato a Sant’Elena a riportare la salma di Napoleone a Parigi.

Le divise - Tra le sciabole in mostra, la più particolare è quella con incise la data del 22 marzo1848, relativa alla vittoria nelle Cinque giornate di Milano, e non erasa, come di consueto, dopo l'allocuzione  papale del 20 aprile. Molto rara e decorata in modo superbo la sciabola da ufficiale di artiglieria del Granducato di Toscana. Sono esposte inoltre una rara uniforme della Guardia Nazionale, un kep da ufficiale, un berretto floscio e spalline da tenente della stessa Guardia Nazionale e una rarissima scatola con spalline da ufficiale del Regno di Sardegna.

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