È questo l’ultimo appuntamento dell’iniziativa che Toscanalibri ha ideato nell’intento di suggerire libri utili a comprendere ciò che in estrema sintesi viene detta “toscanità”. Ovvero una identità, un carattere formatosi nel tempo attraverso vicende storico-politiche, arte, lingua, paesaggio, letteratura, ambiente, artigianato, agricoltura, tradizioni, esperienze religiose. Individuati dieci temi, dieci autori sono stati così invitati a suggerire letture riconducibili a questi argomenti attingendo dal vasto catalogo di Toscanalibri. A me il compito di segnalare pagine relative allo studio e al racconto delle tradizioni. Sappiamo che laddove c’è una storia plurisecolare c’è anche la consapevolezza di una memoria comune, e dunque un ricchissimo patrimonio di tradizioni. Tradizione è parola bellissima. Nella sua accezione latina (
tradere) sta per
consegnare,
dare,
trasmettere,
affidare,
tramandare,
narrare,
riferire. Ma l’amore, l’interesse, la tutela delle tradizioni – sia chiaro – non vanno equivocati con atteggiamenti di bieco passatismo o sterile nostalgia. Significano, piuttosto, possedere cuore e intelligenza utili a saper reinscrivere il passato nel presente, a mantenere un fruttuoso legame con ciò che ci ha preceduto. Insomma, guai se perdessimo coscienza che, anche in tal caso, “il futuro ha un cuore antico”.
Ciò detto, è noto quanto cospicuo sia il patrimonio di tradizioni in Toscana, tanto da costituire materia di studio antropologico, richiamo culturale, attrazione turistica. E dunque anche argomento di molti libri. Mi limiterò a citarne alcuni, ma già sfogliando il nostro catalogo appare evidente che l’offerta bibliografica in tema risulta davvero ampia e diversificata.
Si veda, ad esempio, il volume di
Roberto Ferretti “
Fiabe e storie della Maremma nel fondo narrativo di tradizione orale” (Edizioni Effigi).Fine modulo Ristampa del volume pubblicato con lo stesso titolo nel 1997 dall’Archivio delle Tradizioni popolari della Maremma grossetana. Il libro è frutto di una ricerca sul campo dovuta alla tenacia, all’entusiasmo e all’interesse scientifico del giovane antropologo Roberto Ferretti, anch’esso maremmano, morto prematuramente a soli 37 anni. Il libro comprende le trascrizioni di fiabe, storie, aneddoti, patrimonio della tradizione orale maremmana-grossetana. Si tratta di ben 471 testi che rappresentare una testimonianza pressoché unica di un corpus così consistente proveniente da un’unica area geografica. Un’opera di notevole interesse antropologico come bene è argomentato dai due saggi introduttivi di Pietro Clemente e Gabriella Pizzetti (a lei si deve anche l’immane lavoro di trascrizione dai nastri magnetici).
Per restare nell’ambito della novellistica, ecco poi le “
Novelle toscane” di
Ferdinando Paolieri (Tarka Edizioni) dove si racconta uno spaccato di Toscana tra Ottocento e Novecento. Paolieri fu un abile continuatore della maniera bozzettistica, tipica di certa narrativa toscana, che fino ai primi decenni del Novecento poté contare su un affezionato pubblico di lettori. La prima edizione del libro risale al 1914. Al netto di quel bozzettismo che dicevamo, Paolieri trovò comunque una sua cifra i cui risultati migliori si manifestano nella immediatezza delle descrizioni paesistiche, così come nella vividezza con la quale restituisce alcuni tipi e figure della campagna toscana. Ecco allora una vivace galleria di personaggi quali butteri, briganti, contadini analfabeti, guardiani di faro, ergastolani in fuga dalle carceri dell’Arcipelago, figure e situazioni tipiche della vita di paese. Un mondo che già al tempo di Paolieri stava scomparendo avviandosi a una sua mitizzazione, ma che era realmente esistito.
Quanto al patrimonio folclorico presente in terra toscana, merita d’essere segnalata l’agile guida “
Toscana di festa in festa” (Edizioni Polistampa) a cura di
Luciano Artusi ed
Enrico Roncaglia. Organizzato in schede e con un nutrito apparato fotografico, il libro descrive 40 manifestazioni storico-folkloristiche toscane. Di ciascuna troviamo cenni storici, aneddotica, un’accurata descrizione di come oggi si svolge. Apprendiamo così l’origine delle diverse manifestazioni spesso legate a ricorrenze religiose, fatti storici o nate per puro spirito ludico. Tra le manifestazioni censite abbiamo la Giostra del Saracino di Arezzo, il Calcio Storico Fiorentino, il Palio di Siena, il Gioco del Ponte di Pisa, ma anche altre meno note come la Disfida della Ciarpa di Capoliveri, il Balestro del Girifalco di Massa Marittima o il Palio dei Somari di Torrita.
Abbiamo evocato il Palio di Siena e piace richiamare il libro di
Mario Verdone “
Siena la città del Palio” (Betti Editrice) poiché è un testo che, oltre a far conoscere molte cose sulla festa senese, ha una valenza squisitamente letteraria. Si tratta, infatti, di una sorta di antologia con pagine di scrittori che – nel corso del tempo e spesso in maniera originale – hanno descritto il Palio di Siena cogliendone i più diversi significati storici, antropologici, culturali.
Di un’altra manifestazione secolare si parla nel libro di
Filippo Giovannelli e
Claudio Mariani Manes “
Lo Scoppio del Carro a Firenze” (Angelo Pontecorboli Editore). Pagine che forniscono molte notizie su una manifestazione di radici quasi millenarie in cui si intrecciano fede religiosa a credenze popolari, storia a leggenda, spettacolo a ritualità.
Le tradizioni pisane sono invece raccontate in “
Pisa. Identità e tradizioni” a cura di
Gabriella Garzella e
Giuseppe Meucci (Pacini Editore). Libro che intende evidenziare il valore identitario di certe feste quali la Luminara di San Ranieri, il Capodanno pisano, le Regate storiche, il Gioco del Ponte, il Mazzascudo, la Compagnia dei Balestrieri. Molti i richiami storici contenuti in queste manifestazioni riconducibili in larga misura ai fasti dell’antica repubblica marinara.
“
Il buglione” è termine che indica mescolanza di cose, e questo è il titolo del libro di
Miriam Serni Casalini (Edizioni Sarnus) che comprende memorie, proverbi, racconti, versi e mangiari del focolare toscano. L’autrice lo fa con la semplicità e il gioioso entusiasmo di una nonna che vuole trasmettere ricordi e saperi alle generazioni future: dalle filastrocche ai modi di dire, dai racconti alle ricette di cucina. Peraltro completano il libro alcune ricette di piatti toscani suggerite da Paolo Piazzesi.
E ci piace chiudere proprio con un libro di
Paolo Piazzesi, appassionato cultore di cucina regionale, ricordando il suo “
Dizionario enogastronomico della Toscana” (Nardini Editore). Oltre 600 voci raccontate in modo nuovo, brillante, che vanno dalla
A di Acquacotta alla
Z di Zuppa Frantoiana. Un viaggio che, attraverso la cucina, rivisita cultura, tradizione, il buon vivere di una terra dove tutto è un’arte.
Buona lettura dunque, con l’invito a consultare ulteriormente il catalogo di Toscanalibri che con i suoi circa 7.000 titoli tanti altri libri ha da proporvi anche in tema di tradizioni e cultura popolare.