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Scritto il 15/02/2024
Le sfide dell’Intelligenza Artificiale e la morsa degli algoritmi che rende gli adolescenti sempre più dipendenti dai social. Sono i due filoni in cui si articola il libro appena uscito L’anno dell’Intelligenza Artificiale (Primamedia editore). Ne è autore Daniele Magrini, giornalista attento alle relazioni tra media e cultura digitale, che approfondisce anche una delle dinamiche più dirompenti nel rapporto tra AI e media: possono Chat Gpt e le altre applicazioni di Intelligenza Artificiale generativa essere addestrate anche con decenni di articoli di giornale firmati e frutto di un processo editoriale oneroso ed esclusivo? A vantaggio solo delle grandi web companies proprietarie delle “macchine” scriventi e dialoganti? È uno dei quesiti di fondo di cui si occupa Magrini, che nel libro riporta gli atti della causa intentata dal New York Times contro OpenAI e Microsoft per l’addestramento di Chat GPT e Pilot che, secondo la prestigiosa testata newyorchese, hanno violato i vincoli del copyright. Il libro è un reportage giornalistico in presa diretta di un fenomeno in continuo cambiamento quale è tutto ciò che è legato all’Intelligenza Artificiale, che si dipana tra la ricerca delle regole da parte degli Stati sovrani e l’irrefrenabile innovazione tecnologica. Magrini riporta anche un estratto del report dell’Osservatorio sul giornalismo digitale dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, realizzato da Alessia Pizzi, introdotto da una dichiarazione del presidente Carlo Bartoli: “L’arrivo dell’intelligenza artificiale generativa nel campo dell’informazione – afferma Bartoli –può essere gestito soltanto attraverso la stipula di una grande alleanza tra tutti i soggetti che si propongono di governare questo fenomeno. Occorre l’attività regolatoria dell’Unione Europea, l’intervento del governo con le sue politiche di attuazione di sostegno e sviluppo all’editoria, il ruolo di regolatori delle Autority, le buone pratiche degli editori e un atteggiamento propositivo e attento da parte di noi giornalisti”. La narrazione del libro di Daniele Magrini ruota intorno ad alcuni fatti precisi accaduti nell’ultimo anno: il primo sciopero contro Chat GPT, a maggio, a Hollywood, che ha visto marciare compatti sceneggiatori e attori famosi; il primo summit mondiale sull’Intelligenza Artificiale, a novembre, a Bletchley, alle porte di Londra, laddove Turing decrittò i codici dei nazisti; la prima legge al mondo sull’Intelligenza Artificiale varata l’8 dicembre 2023 dall’Unione Europea; le regole sull’AI di Cina e Stati Uniti. I documenti riportati danno completezza alla narrazione giornalistica del libro. Nel racconto dei cento giorni che hanno messo in discussione il potere dei colossi del web, particolare attenzione è riservata ai problemi etici di natura epocale, come ricorda Papa Francesco, che invita a non cadere “nella spirale di una dittatura tecnologica”. Daniele Magrini dedica poi la seconda parte del libro alle opacità degli algoritmi dei social, riportando gli atti del processo di 42 stati americani contro Meta di Mark Zuckerberg, sotto accusa per la dipendenza da social di bambini e adolescenti e per gli effetti drammatici anche sui meccanismi cerebrali di apprendimento. Ma anche il dramma di Molly Russel, ragazzina inglese suicida a 14 anni per eccesso da social. I drammatici documenti processuali sono riportati anche nelle disposizioni irrinunciabili a cui hanno dovuto sottostare le web companies. Il libro, su questi aspetti, anticipa di pochi giorni la clamorosa decisione del sindaco di New York di vietare i social ai minori di 14 anni.
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