giovanni

Scritto il 10/09/2023
" Il 24 - 12-1964 All'amico Giovanni G.Zeloni " SUL CONFINE scritti e dipintinda uno ospedale psichiatrico a cura di Graziella Magherini e Gianfranco Zeloni Prefazione di Mario Nistri Saggi Introduttivi di Alfonso Gatto e di Renato Guttuso Vallecchi Editore Firenze. "Sul confine" : tra follia e ragione, tra malati di mente e uomini sani, c'è un confine tutt0altro che certo. Questo il senso espresso sin dal titolo, del presente volume: che è la documentazione, non in chiave strettamente scientifica ma diretta in special modo al pubblico non specialista , di un metodo psicoterapeutico attuale; E LA RIVELAZIONE, CHE COLPISCE E COMMUOVE, DI UNA POSSIBILITA' QUASI INCREDIBILE DI RICORDARE, DI SOFFRIRE, DI ESPRIMERSI, DI COMUNICARE, SCRIVENDO E DIPINGENDO, DA PARTE DI ESSERI ALTRIMENTI SEGREGATI DAL CONSORZIO UMANO" Destino volle che in quell'anno del 1964, mi trovavo in Sicilia, per scelta di vita e di scuola, dovuto ad una improvvisa devianza psichichica che si era fatta innanzi incalzante e demolatrice, dal momento in cui nell'ottobre del 1956- momento magico della vita, in cui si dice si è maturi, ebbi la sfortuna di un "incidente stradale, subito da un mezzo motociclato che, dal dietro della schiena mi investi,stramazzandomi al suolo, dopo uno striciato percorso di 50 metri.Nulla di rotto per fortuna, la ruota del ciclo, aveva toccato, prima della schiena, il dacco della scarpa, che fece da percussione, e quindi da contraccolpo......nell'alzarmi, soltanto un totale assenza di udito, che man mano, mentre mi avviavo verso l'incauto motocisclista, riprendeva vita. Tempo in cui comunicare a casa, tale incidente, significava, essere incolpato, da qui il mio silenzio. Tempo dopo, uno strano malessere interno, senza motivo alcuno, cominciai ad avvertire all'interno della mia mente, malesseri, fino a quel momento estranei, che pian piano divennero vere e proprie patologie, insopportabili, taglio corto, per arrivare al dunque-nel 1961, stanco e sconfitto, da una lotta tra me e me, perduta, decido di prendere un Treno, in cerca delle mie radici da recuperare, la dove si diceva c'è la mafia, e mano d'opera per il Nord: La Sicilia. 27 settembre del 1961, In quell'anno, totalmente ignaro,si apriva in tutta Italia la Prima classe Sperimentale della scuola media dell'obbligo, che mi permise di essere ritenuto idoneo all'insegnamento per la cattedra di "Educazione Artistica", più per un favore, che per convinta presa di coscienza,accetto l'incarico provvisorio, in attesa del titolare, non ancora nominato. Risposta immadiata dopo un mese di supplenza e di dedizione, scoprivo che quei fanciulli in erba di design, divennero il mio punto di riferimento vitale, che giorno dopo giorno, si tramutò in un inizio felice di curiosità mentale, che come si dice, "schiodo scaccia chiodo"...la mia mente iniziò a ripulirsi, .....quei disegni di fanciulli unitamente ai compagni di età compresa fra i 10 e i 16 anni non compiti, che avevano l'obbligo di ritornare a scuola, mi dettero l'opportunità, merito al diesgno, che tra studenti regolari di età, e loro,nel Disegno non era successo nessun cambiamento, formale, tutti disegnavano come i pazienti di uno opsedale pisichiatrico,....e fu per me la decisone di essere e solo Maestro di di Disegno, che mi permise di soggiornare in sicilia per 6 anni di scuola, da cui ebbi non solo a riconquistare la ragione perduta, ma la ventura di insegnare per 20 anni, che mi permise di scorpire che per imparare a Disegnare, mancava un "codice" di apprendimento, da cui chiunque, può imparare a disegnare, allo stesso modo in cui chiunque,può imparare a leggere, a scrivere, a fare di conto, e studiare uno strumento musicale, grazie e solo ai loro "codici" , senza dei quali, i Maestri, non avrebbero nulla da trasferire. Bene, perdonate questa mia introduzione al VS sapere, ironia della sorte, il titolare di quel capolavoro "Sul Confine", dal 1956, fu copagno e sposo felice di una mia sorella, al tempo, conoscita alla FUCI- luogo incantato di incontri tra studenti universitari- che sbocciavano alla Vita,....il medico in causa che entrò in famiglia, fu da me ignorato, a seguito del mio squlibrio mentale, per rispetto e merito del Suo carattere schivo e poco avvezzo a creare amicizie vaghe,ma quella dedica "all'amico" fu un riconoscimento, al cognato, del quale si accorse,......pur non avendo mai avuto confidenze personali in merito, ma come specialista, capito, nei precedenti anni al 64, che il fratello della sua amata, non stava con i piedi sulla terra.....non ebbe credito come specialista, ma quando ebbi fra le mani quei "disegni" iniziò la mia passione di ricerca e di impegno fra i discenti che disegnavano come i "pazzi" del manicomio di Firenze,.......perchè era venuto a mancare un "codice" di apprendimento, nonostante la famosa "TINAIA" creata, entro cui esprimersi ed operare......mi piacerebbe provarci!!!!!!
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