Mariano Fontaine, classe 1970, si definisce un “agitatore culturale per necessità esistenziale”. Descrizione azzeccata per un ex commerciante di musica pesante, ex “divulgatore di fumetti”, ex “fanzinaro”, ex chitarrista, ex organizzatore di concerti, ex discografico, ex tuta blu metalmeccanica ed ex attivista sindacale (quando fare sindacato era, dice lui, un’arte). Forgiato da tali esperienze di vita, decide di dedicare la sua anima, oramai irrimediabilmente corrotta, all’altra sua grande passione: la scrittura. Nel 2014 esordisce infatti per Mondo Studio Edizioni con “Non siamo rockstar”, dove racconta gioie e dolori di una band che, nonostante titanici sforzi, resterà confinata nel mondo dell’underground. Nel 2019 concede il bis pubblicando per Albatros “Ultimo live a Bowling Green”, romanzo psychothrillerrock ambientato negli States agli albori degli anni ’90, i cui protagonisti sono i Nationfire, altro gruppo di spiantati idealisti del music business. “Le facce della menzogna” è il suo primo thriller psicologico e si augura che possa veramente piacerti. Lui assicura di averci messo tutto se stesso nel realizzarlo. Precisa però che tutto ciò non sarebbe mai potuto avvenire senza l’aiuto del suo grande amico di sempre, Mr. Cristiano Mastrangeli, consigliere ed editor di gran classe. Altro da aggiungere? Ama la sua Stefy, sua figlia Giulia, mom, daddy and sister. Respira a pieni polmoni musica provocatoria, si nutre voracemente di fumetti Bonelli, odia falsità e luoghi comuni, crede nella giustizia sociale, detesta il razzismo e suoi derivati.
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