Ferdinando Paolieri si dedicò alla pittura, sulla scia dei macchiaioli, e fu giornalista della “Nazione”, negli anni in cui il quotidiano più conservava il rigore del suo fondatore Bettino Ricasoli. Scrive per l’editore Nerbini romanzi a sfondo erotico dietro lo pseudonimo Leon Delmar, comparendo però come traduttore; e librettista per un’opera di Leoncavallo. Iniziato alla massoneria – nella loggia Lucifero – ma anche fondatore nel 1913, insieme a Federigo Tozzi e a Domenico Giuliotti, del settimanale d’ispirazione cattolica “La Torre”, a Siena. Per lunghi anni tenne una rubrica di lettere e di arte, sul quotidiano “La Nazione”. Tra le sue opere: Venere agreste (1908), Scopino e le sue bestie (1911), Novelle selvagge (1918), Novelle incredibili (1919), Uomini, bestie, paesi (1920), Storia di un orso e di una gatta (1921), Natio borgo selvaggio (1922), La maschera celeste (1922), Novelle agrodolci (1925), I fuggiaschi (1924); Amor senz’ali (1928).
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