Guardato con sospetto nel mondo curiale per il suo atteggiamento scanzonato, redattore “vaticanista” per 45 anni dell’Agence
France Presse, Bruno Bartoloni vanta un’esperienza unica e irripetibile.
Nato praticamente in Vaticano, dove suo padre è stato il pioniere dei
“vaticanisti” fin dagli anni Venti, sua madre lo allattava nei giardini e lui stesso giocava da monello, Bartoloni ha seguito come giornalista il regno di
sei papi. Testimone diretto della corruzione che accompagnò la fine di Pio XII, ha attraversato Roma sul predellino dell’auto di Giovanni XXIII, ne ha
raggiunto l’appartamento pochi minuti dopo la sua morte, è stato arrestato dai gendarmi all’ingresso del conclave, ha dato per primo l’annuncio del
Concilio. Ha viaggiato da clandestino in un aereo con Paolo VI, ha intervistato al telefono Giovanni Paolo I appena eletto, ha rubato gli sci di Giovanni
Paolo II (ma glieli ha poi restituiti).
Figlio di un’ebrea tedesca e di un giornalista italo-argentino, il cui passaporto lo ha certamente salvato a
Roma dalle razzie naziste, Bruno Bartoloni è collaboratore del Corriere della Sera dal 1975, ha lavorato e scrive per moltissimi quotidiani e settimanali
italiani e stranieri
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