Nell’ambito del progetto “Vorreiandarealmuseo”, un ampio programma di visite e iniziative dedicate ai pubblici con esigenze specifiche e disabilità, in corso da ottobre al Cassero per la Scultura di Montevarchi, sabato 15 marzo si terrà Tactum, un evento pensato per un pubblico di persone vedenti e non vedenti, composto da una parte performativa e una laboratoriale.
L’incontro, che verrà replicato due volte nel pomeriggio, alle 16 e 17.30, avrà luogo nello Statuario del Museo, in via Trieste 1, a Montevarchi (AR).
Tactum è un progetto che intende creare un ponte tra l’arte visiva e l’esperienza tattile, consentendo al pubblico di esplorare le opere d’arte attraverso il senso del tatto.
La prima parte dell’evento è dedicata ad una performance di danza svolta dai ballerini e curatori Agnese Lanza, danzatrice vedente, e Giuseppe Comuniello, danzatore non vedente.
Il loro lavoro comincia esplorando una delle opere del museo attraverso il tatto, scandagliandone le forme, tracciandone le linee, abbracciandone le curve. I corpi dei due ballerini si lasciano trasportare dai contorni di ciò che toccano, diventando un’estensione della scultura stessa.
Segue poi un duetto tra i due artisti, basato sulla memoria tattile: ripercorrendo il ricordo della gestualità e delle forme che hanno percepito attraverso le mani, questi movimenti vengono ripetuti nell’aria, per poi confluire nel corpo dell’altro.
Il contatto che si instaura tra i due nasce dall’incontro con ciò che è stato precedentemente toccato, plasmato e trasformato dal movimento, restituendo così agli spettatori presenti una visione intima e sensoriale dell’opera.
Dopo la performance, è previsto un laboratorio tattile rivolto a tutti i partecipanti, vedenti e non vedenti. Si comincia analizzando la superficie e la sensibilità della mano in tutti i suoi punti, invitando i presenti ad utilizzarla come se fosse un pennello e ad indagare le potenzialità della sua articolazione, riflettendo sulle diverse percezioni che questa nuova modalità di fruizione può far emergere.
Si passa infine al contatto diretto con le opere presenti nel museo, (precedentemente selezionate in collaborazione con i mediatori museali), per vivere in prima persona l’incipit della performance svoltasi precedentemente, che inizia toccando la scultura e lasciando che il corpo ascolti e risponda.
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