Walimohammad Atai, nato in Afghanistan nel 1996, si è occupato di diritti umani sin da piccolo. Dopo aver aperto una scuola laica nel suo villaggio e un laboratorio di cartapesta, viene accusato dai talebani di essere una spia dell’occidente e degli infedeli e, dopo un attentato nei suoi confronti a cui è miracolosamente sopravvissuto, decide di fuggire dall’Afghanistan, ottiene asilo politico in Italia dove inizia un capillare lavoro di informazione e dialogo interreligioso e interculturale. Fondatore dell’associazione FAWN (Free Afghan Women Now) per la difesa dei diritti delle donne afgane. Ha fatto una laurea triennale in scienze della mediazione linguistica e una in scienze dell’educazione a Milano e la laurea magistrale in relazioni internazionali presso l’università degli studi di Pavia. È Educatore professionale Socio-Pedagogico, docente, Interprete e traduttore giurato, mediatore interculturale e interreligioso. Lavora per tribunali, commissioni territoriali, Procure, carceri, questure e ministeri. Attualmente vive a Varese e scrive articoli per Pressenza ed altri media. Ha pubblicato con Multimage Ho rifiutato il paradiso per non uccidere e Il martire mancato, come sono uscito dall’inferno del fanatismo.
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