Pierre Loti (pseudonimo di Julien Viaud) (Rochefort-sur-mer 1850-Hendaye 1923). L’amore per i viaggi gli fece scegliere già all’età di 17 anni la carriera nella Marina francese che lo portò a visitare numerosi paesi, favolosi per l’epoca: India, Marocco, Cina (in occasione della guerra dei “Boxers”), Egitto, Turchia, Oceania, Giappone, Senegal, persino l’Isola di Pasqua. Dopo ogni viaggio, le avventure vissute, gli esotici amori intrapresi e poi abbandonati com’è nella vita dei marinai, i suggestivi luoghi visitati e soprattutto la sua personale sensibilità disincantata e malinconica, fornirono l’ispirazione e la materia dei suoi innumerevoli libri (circa 40 volumi), tra i quali i più importanti, oltre ad Al Marocco, furono Aziyadé, Il matrimonio di Loti, Madame Crisantemo, Ramuntcho, Gli ultimi giorni di Pechino e Pescatori di Islanda considerato il suo capolavoro. In virtù di questa sua produzione letteraria e del successo di critica e di pubblico raggiunto, nel 1891 fu ammesso all’Académie française.
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