Firenze a Natale ha un fascino particolare: le vie brillano di ghirlande e luci, i palazzi sembrano più nobili di sempre, l’aria pungente rende tutto più nitido, mentre l’odore di caldarroste vendute all’angolo delle strade del centro ti scalda il cuore. Mentre percorro via Ricasoli di buon passo per raggiungere il numero 84/86 r di Via degli Alfani, sento dentro di me un piccolo brivido di emozione: ho appuntamento con Serena Panerai, libraia della Libreria Alfani, e questa è una libreria che a Firenze c’è dacché ho memoria, è da decenni un punto di riferimento per studenti e professori universitari e al suo interno ospita da sempre una selezione accurata e originale di testi, di editori noti e meno noti, ma sempre contraddistinti da un attento lavoro di ricerca. Supero la vetrina, dando uno sguardo curioso ai libri esposti, sospingo la porta a vetri ed è lì che subito, entrando, mi sento a casa: gli scaffali in legno danno un’atmosfera calda, i libri disposti in bell’ordine scandiscono il ritmo dei pensieri e gli addobbi sobri si affacciano discreti tra i volumi, conferendo un’elegante nota di allegria all’insieme. Vedo Serena intenta a concludere alcune transazioni con i clienti, la spio mentre è intenta al suo lavoro, professionale, sicura, come chi ha un’esperienza consolidata pur essendo sempre ancora giovane. Serena ha gli occhi grandi e verdi e un bel sorriso ottimista sul volto: me la immagino nel far fronte alla crisi dell’editoria e della lettura con la stessa disinvoltura con cui mi viene incontro e mi saluta cordialmente. Io e lei ci conosciamo da un po’, è un volto amico, come comprendo che lo sia per i numerosi clienti che entrano o che telefonano chiedendo informazioni su un libro.
Com’è cominciata la storia della Libreria Alfani?
Ah! Ci facciamo dall’inizio? Va bene! Allora tutto è cominciato dopo l’alluvione del ’66, quando mio padre, Umberto Panerai, giovane studente di Giurisprudenza, era già agente per il settore giuridico e cominciò a coltivare il sogno di diventare libraio. Appena due anni dopo trovò questo spazio, dove un tempo c’era la Libreria Fabbri e, insieme a altri quattro amici, aprì la Libreria che chiamò “Alfani” come la via in cui si trova.
E tu? Come sei diventata libraia?
Sai che è la prima volta in cui lo racconto?
Oh, bene! Finalmente anche io farò il mio scoop e rivelerò la tua vita privata alla stampa!
Io ho cominciato nel ’94, quando frequentavo Lettere: anch’io, come mio padre, cominciai a lavorare nel settore giuridico. Ma in effetti non sapevo se sarei o no diventata libraia. Negli anni tuttavia feci molta esperienza e così nel 2000, mi ritrovai in questo mondo fatto di carta, di colori e di storie.
Ma poi è davvero bello fare il libraio? O sono solo parole?
No, stai scherzando? Fare il libraio è il lavoro più bello del mondo? Come puoi odiare un lavoro simile? Hai a che fare con i libri e già questo lo rende bellissimo e poi i clienti diventano amici, persone con cui confrontarsi, da consigliare nelle scelte di un buon libro, persone con cui condividere interessi…
Mi vuoi dire che chiunque entri qui dentro è davvero una persona speciale con cui tu puoi diventare amica?
Ma… non so, vedi, chiunque sospinga quella porta a vetri e varchi la soglia, di fatto dimostra già di avere un fondamentale interesse in comune con me: la passione per i libri e quindi, solo per questo, la nostra amicizia può cominciare, fondandosi già su basi solide. Ci sono ad esempio studenti universitari che vengono qui tutti i giorni e non è che chiunque entri, debba comprare: magari si tratta solo di una persona che passa a salutare, a condividere le sue opinioni su una lettura che ha fatto o su un autore, oppure che girovagando tra gli scaffali, mi chiede informazioni e allora cominciamo a parlare di letteratura o di arte o di romanzi…
Descritta così, la libreria sembra più un luogo di condivisione…
Proprio questo dovrebbe essere! Un centro culturale, un luogo di incontro e condivisione, un posto dove sostare e incontrarsi con persone che condividono gli stessi interessi… altrimenti a cosa serve una libreria?
E nel lavoro in libreria ci sono anche lati negativi?
Eccome! Indubbiamente ci sono le difficoltà che ben conosci legate al prezzo di copertina che non consente grossi margini di guadagno e anche a delle regole che non ci facilitano: ad esempio non abbiamo più la possibilità di spedire a una tariffa agevolata da anni e ciò va a sicuro vantaggio di Amazon! A questo aggiungi che spesso le persone entrano in libreria, trovano un libro interessante, ne fotografano la copertina e lo acquistano più tardi in rete. Ritengo questo atteggiamento veramente scortese e perciò noi dell’Alfani abbiamo deciso di apporre questo divieto con l’immagine dello smartphone sbarrato per far comprendere che un simile comportamento non è gradito qui dentro.
Non sei la prima libraia a lamentare questo uso scorretto. E poi mi chiedo che senso abbia: si tratta di risparmiare pochi Euro ed essere anche costretti ad attendere il corriere a casa, mentre qui, una volta trovato il libro, lo si paga ed è subito nostro!
Non solo: comprare in un negozio, dal vero, con una persona che, nel caso, consiglia e aiuta, permette un confronto, uno scambio umano, un modo di venirsi incontro. Mio padre ha scritto questa frase, citando Marc Augé: «Comprare nei negozi indipendenti contribuisce a mantenere viva la città e a “vincere la solitudine dell’uomo digitale”». L’abbiamo stampata su dei volantini gialli che chiunque può prendere perché tutti proviamo a riflettere su quanto siamo soli e su quanto decidiamo di esserlo.
Quali sono i metodi che adottate per promuovervi?
Sicuramente, come tutti, le risorse online: sito internet aggiornato e canali social. E poi partecipiamo a varie iniziative che reputiamo interessanti, come l’evento nazionale per le scuole #IOLEGGOPERCHÉ o la rassegna locale Fiori e Libri in Piazza de’ Ciompi, fortemente voluta dall’Assessore del Comune di Firenze Cecilia Del Re, che si concluderà con un grande evento in Piazza de’ Ciompi sabato 15 dicembre.
Serena, quali libri consiglieresti ai nostri lettori?
Ce ne sono moltissimi che amo, ma diciamo che ritengo ci sia necessità di rilassarsi e di pensare a cose belle, come fiori, piante, verde e quindi La botanica de’ fiori dedicata al bel sesso a cura di Simona Verrazzo (Olschki) e La natura dipinta. Piante, fiori e animali nelle rappresentazioni di Palazzo Vecchio a cura di Maria Adele Signorini e Valentina Zucchi (Aboca), rappresentano indubbiamente un modo originale e raffinato di affrontare quest’argomento, a chi poi piace viaggiare potrebbe apparire interessante il volume di Stefano Mancuso, L’incredibile viaggio delle piante (Laterza), oppure per gli amanti della forma narrativa, l’intramontabile Reginald Arkell, con Memorie di un vecchio giardiniere (Elliot). E poi non posso fare a meno di tornare alle tre anime della nostra libreria, i settori storici che coltiviamo ormai da decenni, ossia architettura, diritto e letteratura e quindi eccomi a consigliare: lo stupendo romanzo Gli aquiloni di Roman Gary (Neri Pozza), Il diritto in una società che cambia di Paolo Grossi (Il Mulino), Architettura a Firenze dal tramonto dell’Impero romano al Medioevo (Angelo Pontecorboli Editore).
L’ultima inevitabile domanda: qual è il tuo sogno come libraia?
Il mio sogno è che la nostra libreria sia ancora a lungo un centro culturale e di condivisione o lo diventi sempre più perché tutti abbiamo bisogno di leggere sia per parlare tra noi, sia per aprirci la mente, sia per curarci dei problemi o dei dispiaceri che ci affliggono, sia per essere felici.
E, mentre esco, mi domando se proprio dentro un libro, magari nascosto lì tra gli scaffali, Serena non abbia trovato il segreto per avere sempre quel sorriso sul volto, quello con cui affronta la vita ogni giorno. Forse sarebbe il caso per tutti di provare a cercare in una libreria indipendente un volume che ci faccia sorridere un po’ di più!
Libreria Alfani
Via degli Alfani, 84/86 r
50121 Firenze
www.librerialfani.it
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